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Margot legge... Sofia si veste sempre di nero - Paolo Cognetti

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Non sono le tue azioni, sosteneva, ma le tue reazioni a dire chi sei.  Sofia si veste di nero. Perché di quale altro colore potrebbe vestirsi? Il nero è il colore dell’anarchia, della ribellione e della sfida. Una sfida prevalentemente contro se stessa, il paese che la circonda, la porta attraverso cui passare per diventare adolescenti e, dopo, donne.  Perché sì, Paolo Cognetti, sebbene sia un uomo, ci descrive questa Sofia in dieci racconti, che possono essere letti anche come racconti indipendenti, in cui il registro narrativo cambia di racconto in racconto, con una vena femminile che tante scrittrici (donne) non hanno. La sequenza dei racconti non rispetta sempre l’ordine cronologico, tra l’uno e l’altro ci sono diversi buchi temporali e le storie, divise tra Roma, Milano e New York, si fondono tra loro attraverso continui flashback e racconti in cui il protagonista cambia. Ad esempio troviamo Roberto, il padre di Sofia, la storia con la sua amante e la storia del suo l

Margot legge... Bugiardi e innamorati - Richard Yates

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Cosa possono avere in comune una madre ossessionata dal riuscire a scolpire la testa di Roosevelt, una donna dalla vita che «non era affatto la vita che aveva previsto di fare», un militare ossessionato dal riuscire a perdere la verginità, due amiche pronte a vivere insieme unendo i loro figli come a creare una famiglia allargata, un uomo pronto a farsi una nuova famiglia affrontando il fatto che «se la tua vita è pronta per andare in pezzi, andrà in pezzi dovunque», un uomo distrutto dalla recente separazione ma bugiardo e innamorato e un uomo a sua volta innamorato di una donna complicata? Hanno in comune la penna demolitrice di Richard Yates, sempre pronto a descrivere il crollo, la lenta distruzione, di ognuno di noi. Ma soprattutto il suo, di crollo. Tu mi fai sentire tranquillo. Magari detta così non sembra chissà che, ma è tutta la vita che vorrei essere tranquillo, e non mi sono mai sentito così con nessun’altra. È proprio un bel complimento, David, ma credo