Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta racconti

Margot pensa... Fine

Immagine
Tutte le volte, separarsi sembrava la fine. Passare qualche ora insieme e, alla fine, salutarsi, voleva dire lasciarsi travolgere dal dubbio: ci sarà un’altra volta? O è l’ultima? Un bacio, e poi ancora un altro. Perché l’ultimo non era mai abbastanza. Abbastanza dolce, abbastanza forte, abbastanza triste, abbastanza tutto. Stringersi forte, come per imprimersi sulla pelle il segno di quell’abbraccio. Che chissà quando ci rivedremo e allora lasciamoci un livido, piuttosto. Quel pomeriggio passato insieme, le aveva fatto capire quanto il tempo non bastasse mai. Si erano incontrati alle 14, erano già le 20. Perché il tempo era così ingiusto con loro? Dunque, questo era solo un assaggio. Di quello a cui va incontro quando tieni a una persona. E se questo era solo l’anticipo, il dopo sarebbe stato un salto nel burrone. Quel salto, erano disposti a farlo?

Margot pensa... Al parco

Immagine
L’altalena cigola. Anzi, le catene dell’altalena cigolano.  Un ragazzo distende le lunghe gambe e con la schiena si spinge prima avanti e poi indietro. Ha un cappello in testa e dei jeans un po’ larghi.  Non fa che spingersi avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Poi, stanco, sta dritto con la schiena e comincia a spingersi con le gambe.  È finito il suo turno, adesso la bambina poco più avanti sta piagnucolando perché pure lei vorrebbe salire.  Lei ancora deve imparare, è la nonnina a spingerla. Ma non forte, solo ogni tanto le da una spinta sulla schiena.  Intanto l’altro bambino accanto ha una missione da superare. Lui vuole toccare il cielo con un dito.  Così si spinge più in alto, torna indietro ma solo per arrivare più in alto. E più in alto e più in alto ma niente...  Resta sempre lì.  E come glielo spieghi a quel bambino che siamo intrappolati qui?  Avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Passa davanti un signore.  Non troppo vecchio, 30 anni o giù di lì.  I vestiti consumat

Margot pensa... a questo

Immagine
Pensavo a questo. Chi ha inventato la parola "Sorriso"? Utilizziamo questa parola ogni giorno, o almeno credo. E non sappiamo chi l'abbia inventata, chi sia il genitore, la madre o il padre, insomma la prima persona ad averla utilizzata. Ma come avrà fatto? Pensavo a questo. Da dove l'avrà trovata? Parole e parole che non conosciamo e di cui non conosciamo l'origine. Non c'avevo mai pensato. Sono pensieri che, se ti incastri, non ne esci più. Mentre il mondo fuori nemmeno se ne accorge. Nulla si muoveva, oltre la grande finestra dell'aula.  Solo, due palazzi più in là, vedevo una figura in camicia blu, camminare lungo il balcone, portando la sigaretta alla bocca. Sicuramente starà parlando al telefono, tra una boccata e l'altra. Ed era l'unico elemento che mi faceva capire che il tempo non si era bloccato. Le lancette non si erano dimenticate di andare avanti e le nuvole continuavano il loro magico movimento su se stesse e su

Margot pensa... 2020

Immagine
Anno nuovo, vita nuova. Ma basta? Mi sono sempre chiesta cosa serva per cambiare vita, a parte un biglietto di sola andata verso everywhere . Così ho stilato per voi una lista su come cambiare vita in dieci mosse e senza neanche troppi sforzi. 1- Scoprire le nostre passioni. Ognuno di noi ne ha una, il nostro talento va alimentato. Perché le piccole gioie della vita la rendono meritevole di essere vissuta, per noi. 2- Ritagliare un po' di tempo per sé. Come in "Per dieci minuti" di Chiara Gamberale, trovare 10 minuti del proprio tempo per fare qualcosa di nuovo che non avete mai fatto o pensato di fare. 3- Ridere. 4- Scoprire. Viaggiare per scoprire sempre qualcosa di nuovo, anche le cose scontate. Anche a un'ora da te. 5- Vedere il bicchiere mezzo pieno. Di acqua. Perché niente è più buono dell'acqua e almeno una volta nella vita lo avete pensato anche voi. 6- Conoscere gente nuova per conoscersi. Scoprirai aspetti di te che si erano assopiti.

Margot pensa... Un'altra candelina

Proprio oggi io, Serena, compio ben 23 anni. Io. Mi chiedo come è possibile e cosa ho fatto per tutto questo tempo. Provo sempre quest'ansia di vivere, come se non vivessi mai abbastanza e fossero troppe le cose da sapere, a questo mondo, e che ancora non so. Mi chiedo come è possibile che la gente passi dal non saper soffiare le candeline allo sperare di non aver un attacco d'asma dopo il soffio. Cosa c'è nel mezzo? Ho sempre vissuto un po' male il giorno del mio compleanno, a parte l'anno scorso. E questa è un'altra storia, magari un altro giorno ci scriverò un racconto. Perché faccio sempre così, nella mia vita. Penso sempre a come scriverei tutte le cose che mi accadono. Non faccio in tempo a vivere una cosa che già mi dico di non dimenticarla e di tenerla a mente per il prossimo racconto. Triste, per alcuni. Per me è la vita. Scrivere e leggere, e poi leggere sempre di più. Ma il punto è che oggi faccio 23 anni. Non mi va di tagliare una torta e di

Margot pensa... In tempo

Immagine
Effetto del tavolino e del mago, ecco. Lo chiamerei così. È stato come se il mago avesse tirato via la tovaglia da sotto di me e tutti avessero sperato che io cadessi in piedi. Che avessi imparato, per una buona volta, a reagire. E invece no, ho rischiato di rompermi in mille pezzi un’altra volta. Chissà dove finiscono tutti quei discorsi che alla fine non abbiamo fatto, quei sorrisi che, pur di tenerti il muso, alla fine non facevo. Tutte le volte che un tuo difetto o un tuo muso lungo non mi infastidiva, anzi, mi rasserenava.   Ma soprattutto, chissà cosa ne sarà di me tra dieci anni, dove sarò e quante case ancora cambierò. Quanti scatoloni di cartone dovrò tenere in cantina o da qualche altra parte, e i libri che perderò nel frattempo. Se avrò mai un bel giardino e se farò il lavoro dei miei sogni o finirò per accontentarmi. In tutto, intendo. La storia del rospo in una pentola. Ecco a cosa mi fa pensare tutto questo. Se prendi un rospo, lo metti dentro una pentola con l’ acqu

Margot pensa... Non ho bisogno di nulla

Immagine
Ludovico. Il mio terzo compagno ed è finita. Ma come lo spiego a mia madre? Lei che ha avuto solo papà nella sua vita, lei che sono anni che cerca di sostenermi in ogni modo ma, in qualche modo, anche le basi più solide prima o poi cedono.  Dopo l'Università fallita perché che me ne frega di studiare, voglio lavorare e allora chiudiamoci in un negozio a fare la commessa che all'inizio mi piaceva pure. Adesso, a trent'anni, sicuramente non posso viverci ma non so fare altro. La casa, le bollette, lo shopping terapeutico che fa venire uno shock quando controlli quanto hai speso. E poi... I debiti della prima casa comprata col primo compagno, il cane Pong salvato col secondo compagno (che nemmeno piaceva ai miei, né il cane né il compagno), e adesso è finita anche con Ludovico. "Perché da quando sto con te spendo troppi soldi" E allora lo vedi che nella vita è sempre e solo una questioni di soldi? Averceli o non averceli. Ma come lo spiego a mi

Margot pensa... Sulla sua strada

Immagine
-Mi fai entrare?- disse lei dal pianerottolo. Lui aprì la porta e guardò ovunque evitando di guardarla negli occhi, mentre lei cercava (o sperava) in ogni modo di incrociare il suo sguardo. Sapeva che era impossibile, perché quando tutto finisce è difficile guardarsi negli occhi, si sa che facendolo tutto il passato tornerà come un brutto flash-back. E lui non voleva più rivedere quel film. Lei, invece, dal canto suo, quel film lo aveva causato con le sue mani e tutto quello che poteva sperare era una seconda stagione da inventare, dando un nuovo finale ai due protagonisti. Lei voleva ancora lottare per lui. Ma una persona sola non può lottare per due. Sapeva che insistere su qualcosa che era finito … non si poteva. E allora si chiedeva continuamente cosa fosse giusto fare!  Lui sapeva benissimo cosa si doveva fare. Si sentiva lui la causa di tutto. Ma non parlava. Non diceva niente anche lì, su quella porta. -Mi fai entrare?- riprese lei. Lui si spostò, in modo da farla entrare

Margot legge... Il mare dove non si tocca - Fabio Genovesi

Immagine
Il caldo e il mare, tanto desiderati, sono tornati. E quale momento migliore per leggere se non quello sotto l'ombrellone?  E allora Margot legge "Il mare dove non si tocca". Fabio, sei anni, vive con i suoi genitori e una decina di nonni al Villaggio Mancini, il loro villaggio, appunto. Lui è l’unico bimbo della famiglia e allora i fratelli del nonno – uomini talmente eccentrici da essere considerati pazzi – se lo contendono al punto da trascinarlo in mille imprese tra caccia, pesca e altre attività, togliendogli del tempo da passare con tutti i suoi coetanei. Tutto ha inizio con una strana maledizione di cui Fabio, sei anni, non aveva mai sentito parlare. La maledizione della famiglia Mancini. Ma niente Fabio, è una storia scema, sui maschi della nostra famiglia. Dice che se arrivano a quarant’anni e non si sposano, diventano pazzi. Tutto qua. Gli spiega la madre. E allora nella vita di Fabio si fa strada un pensiero: la vita è un treno su cui viagg

Margot pensa... Occhi come il pacchetto blu di Camel

Immagine
-Ma il Parlamento lo ha spiegato a lezione? Come al solito mi ritrovo a parlare da solo, insistono sempre per vederci e studiare insieme e mi ritrovo ad essere l’unico con il libro aperto. Paolo e Feliciahanno deciso di limonare fregandosene di essere in un bar abbastanza pieno, dove le persone potevano anche essere disgustate da quella scena (tipo io che non avevo più voglia di terminare la mia così buona crostata della nonna). Cleliasta al telefono a parlare non so con chi del grande fratello (o forse uomini e donne, onestamente non noto la differenza), ma almeno la buona volontà di portare la Costituzione l’ha avuta. Franco… lasciamo stare, appena è arrivato si è spostato nel tavolo accanto per provarci con le due straniere sedute.  Speriamo solo che arrivi Claudia… Lei non ha mai studiato con noi, in effetti nessuno di loro le ha mai parlato, però mi piacerebbe poter studiare con lei … Si ok, è scontato, mi piace. La scusa dello studio non regge da secoli. È stata la pri

Margot legge... Mangia prega ama - Elizabeth Gilbert

Immagine
Cosa succede quando una donna non riesce ad essere forte abbastanza da superare il dolore, una caduta, quello che vive come un fallimento? Ecco, succede che deve guardarsi da fuori, capire quando sta toccando il fondo e chiedere aiuto. È proprio così che Elizabeth Gilbert, Liz, ha chiesto aiuto a tre paesi: all’Italia, all’India e all’Indonesia. In italia ha riscoperto l’amore per il cibo, in India ha rafforzato l’amore per la meditazione e in Indonesia, a Bali, l’amore e basta. Trova qualcuno di nuovo da amare. Promesso? Mettici quanto ti pare a riprenderti, ma alla fine non dimenticare di dividere il tuo cuore con qualcuno. Non fare della tua vita un monumento a David o al tuo ex marito. Ho pensato a lungo al giudizio su questo libro. Mi sono sentita trasportata in questo lungo viaggio e non parlo solo dei paesi, parlo del viaggio dentro di sé che ha affrontato: da una donna vittima di un divorzio e di un amore finito male, è riuscita a trovare un equilibrio, è diventata

Margot legge... La Strada - Cormac McCharty

Immagine
Vi siete mai fatti domande sulla fine del mondo, l’Apocalisse e il “dopo”? Come sarà la vita dopo l’Apocalisse sulla Terra? Cormac McCharthy si è risposto con “La strada”. Un romanzo in cui un uomo e un bambino (senza nomi) spingono un carrello su un’innevata strada americana.  Intorno a loro non è rimasto più nulla, un mondo grigio con un mare non più così blu, dove le poche persone rimaste finiscono per dare inizio a una lotta per la sopravvivenza. È un ritorno alla vita primaria, dove predatori e prede sono costretti alla sopravvivenza e al freddo, guidati dalla volontà di proteggere i propri cari. La paura è una compagna costante, la paura e la debolezza, il non poter fare qualcosa di più e brancolare. Un mondo in cui l’importante è non arrendersi e andare avanti. Sempre.  Un libro dal forte impatto emotivo, che è più un pugno nello stomaco, ti costringe a chiederti “E io cosa farei? Sarei ancora viva?”, nonostante la trama sia inconsistente e l’autore non spieghi le origi

Margot scrive... Italo Calvino: "Amo..."

Immagine
«Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca. Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà. Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza. Amo Stevenson perché pare che voli. Amo Cechov perché non va più in là di dove va. Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.  Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.  Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo. Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista. Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui. Amo Poe dello Scarabeo d’oro. Amo Twain di Huckleberry Finn. Amo Kipling dei Libri della Giungla. Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima. Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia. Amo Gogol perch

Margot legge... Sofia si veste sempre di nero - Paolo Cognetti

Immagine
Non sono le tue azioni, sosteneva, ma le tue reazioni a dire chi sei.  Sofia si veste di nero. Perché di quale altro colore potrebbe vestirsi? Il nero è il colore dell’anarchia, della ribellione e della sfida. Una sfida prevalentemente contro se stessa, il paese che la circonda, la porta attraverso cui passare per diventare adolescenti e, dopo, donne.  Perché sì, Paolo Cognetti, sebbene sia un uomo, ci descrive questa Sofia in dieci racconti, che possono essere letti anche come racconti indipendenti, in cui il registro narrativo cambia di racconto in racconto, con una vena femminile che tante scrittrici (donne) non hanno. La sequenza dei racconti non rispetta sempre l’ordine cronologico, tra l’uno e l’altro ci sono diversi buchi temporali e le storie, divise tra Roma, Milano e New York, si fondono tra loro attraverso continui flashback e racconti in cui il protagonista cambia. Ad esempio troviamo Roberto, il padre di Sofia, la storia con la sua amante e la storia del suo l

Margot scrive... Mettete gli occhiali da sole!

Immagine
“Se dovessi darvi un solo consiglio per il vostro futuro, allora vi direi: mettete gli occhiali da sole! Perché i benefici dell’impiego a lungo termine degli occhiali da sole sono stati provati scientificamente, mentre tutti gli altri consigli che ho da darvi sono basati, nulla più, sulla mia vagolante esperienza.  Comunque eccoli. Godetevi la bellezza e la forza della vostra giovinezza. Fregatevene del resto. Non capirete quella bellezza e quella forza se non quando se ne saranno andate. Ma credetemi quando, fra vent’anni, guarderete le vostre vecchie foto, allora vi ricorderete, in un modo che adesso non potete nemmeno immaginare, quante possibilità c’erano dietro a voi e che fantastico aspetto avevate. Perché, sapete, non siete grassi come credete! Non preoccupatevi del futuro. Oppure, preoccupatevene, ma sapendo che tanto è un gesto inutile. Non vi aiuterà più di quanto masticare un chewing gum vi possa aiutare a risolvere un problema di algebra. I veri problemi della vita ten

Margot legge... Il libro dell'inquietudine - Fernando Pessoa

Immagine
Non si è mai vissuta tanto come quando si è pensato molto. Una raccolta disordinata di pensieri di Bernardo Soares, alter-ego di Fernando Pessoa, il quale non è attirato da alcunché, vive annullandosi, privandosi anche di quelle certezze e di quelle costanti affettive che sono proprie di ogni vita. Pensieri malinconici e ricchi di sentimento, il tedio interiore distrutto in parole. La solitudine mi sconforta; la compagnia mi opprime. La presenza di un'altra persona distrae i miei pensieri. Un autore con una padronanza linguistica davvero invidiabile, dove anche la più banale descrizione diventa poesia. Non si tratta di un diario sulla vita "esterna", ma si tratta della vita "interna":  l'irrequietezza, la paura, la solitudine, finalmente hanno una voce. La voce di quei lupi solitari che si pongono domande sull'esistenza, dividendo la vita tra sogno e realtà, sogni così lontani da sembrare impossibili. Ricercare la solitudine, non riuscire a stare

Margot pensa... Pronto?

Immagine
-        - Pronto? – - - Perché? – Ebbi un attimo di esitazione, ma capii subito di chi era la voce dall’altro capo del telefono e -Perché cosa? - chiesi. - - Perché lo hai fatto? Perché mi hai lasciato lì ad aspettare? – - - Te l’ho detto … non è stata colpa mia, l’aereo ha fatto ritardo! – - - Balle! Sono tutte balle … - il rumore dei singhiozzi di Giada riempiva il silenzio che, in qualche modo, nutriva quella connessione a distanza, - - Senti, forse questo è solo un segno … forse vuol dire che non siamo fatti per stare insieme ma siamo fatti per stare con qualcun altro. – E boom. La chiamata finì lì. E certe cose finiscono lì. Così. Allora mi siedo per terra, sfinito, mentre guardo il tramonto fuori dalla finestra di casa mia. Maledetti aerei e maledetta connessione. Possibile che nel 2019 non si possa usare il telefono mentre si è in volo? Come è possibile? Avrei potuto chiamare Giada mentre ero sull'aereo e avvisarla … “Amore mio … s

Margot scrive... Leaves of grass - Walt Whitman

Immagine
Leaves of grass è il nome della raccolta di poesie più importante della tradizione americana. E proprio il prossimo 31 Maggio ricorre il 200esimo compleanno del suo scrittore Walt Withman. Le sue poesie ispirarono tutta la tradizione letteraria del Novecento e non solo, la frase "Oh capitano, mio capitano!" del film  L'attimo fuggente (1989) deriva proprio da una delle poesie più belle e profonde di Walt scritta dopo la morte del presidente americano Abraham Lincoln. La raccolta fu pubblicata nel 1855, in occasione del giorno dell'Indipendenza, e seguiranno ben otto edizioni, ognuna diversa dall'altra. In ognuna vengono aggiunte nuove liriche, modificate le liriche già pubblicate, si assegnano o si variano i titoli, si procede a raccoglierle sotto diversi sottotitoli. Alla prima edizione del 1855, fa seguito, un anno dopo, una seconda edizione, con ventinove nuove poesie. Tutte le poesie in essa contenute recano ora titoli. Ma la terza edizione, com

Margot legge...

Immagine
Margot legge… Non importa dove sia, qualunque posto va bene per leggere. Il mare, il parco, una piazza, una scalinata che nessuno conosce oppure la sua camera da letto.  Margot legge… Non sa nemmeno perché lo fa. Sa solo che senza quei libri il mondo sarebbe in bianco e nero. Quei libri hanno lo stesso effetto di David su Pleasentville. Margot legge… Perché se c’è un amore senza inerzie e senza spigoli, ecco, è il suo amore per i libri. Margot legge… E quello che legge la fa sentire sempre meglio. In un modo o nell’altro. C’è sempre un personaggio da cui impara qualcosa, c’è sempre uno scrittore che la capisce più di chiunque altro.  Margot legge… E ciò che legge sta qui, in questo blog. I libri, tutti i libri, vanno sempre la pena di essere letti. Sono persone che non possono essere giudicate dalla copertina o dal giudizio di turno, vanno vissuti per un giorno o una settimana. Sono viaggi non rimborsabili che ti restano addosso.  E, allora, Margot legge…