Margot pensa... Al parco

L’altalena cigola. Anzi, le catene dell’altalena cigolano. 
Un ragazzo distende le lunghe gambe e con la schiena si spinge prima avanti e poi indietro. Ha un cappello in testa e dei jeans un po’ larghi. 
Non fa che spingersi avanti e indietro. 
Avanti e indietro. 
Poi, stanco, sta dritto con la schiena e comincia a spingersi con le gambe. 
È finito il suo turno, adesso la bambina poco più avanti sta piagnucolando perché pure lei vorrebbe salire. 
Lei ancora deve imparare, è la nonnina a spingerla. Ma non forte, solo ogni tanto le da una spinta sulla schiena. 
Intanto l’altro bambino accanto ha una missione da superare. Lui vuole toccare il cielo con un dito. 
Così si spinge più in alto, torna indietro ma solo per arrivare più in alto. E più in alto e più in alto ma niente... 
Resta sempre lì. 
E come glielo spieghi a quel bambino che siamo intrappolati qui? 
Avanti e indietro. 
Avanti e indietro. 
Passa davanti un signore. 
Non troppo vecchio, 30 anni o giù di lì. 
I vestiti consumati, la barba incolta, cammina un po’ storto e un po’ incrociando le gambe. 
Quell’altalena nemmeno la vede. 
Si dirige verso la fontanella poco più avanti. 
Ma non beve. Semplicemente si appoggia e sta a guardare l’acqua. 
O forse più semplicemente sta guardando il cielo riflesso nell’acqua. 
Perché, chissà come, siamo tutti un po’ affascinati dal cielo.

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