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Margot legge... Persone normali - Sally Rooney

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“Credo che la nostra sia quella strana età in cui la vita può cambiare enormemente per delle decisioni minime. Ma su di me nell’insieme hai avuto un’ottima influenza, tipo che adesso sono decisamente una persona migliore, credo. Grazie a te.” Marianne e Connell sono sempre stati attratti l’uno dall’altra. Vivono in un paesino irlandese e frequentano l’ultimo anno del liceo. Due anime sole e, all’apparenza, molto diverse tra di loro. Lei è una ragazza ricca e studiosa, ma tra i banchi di scuola è un’outsider, non ha amici e molti la considerano strana; lui, invece, gioca nella squadra di calcio, è un ragazzo popolare e piace praticamente a tutti. Eppure c’è sempre un momento in cui Marianne e Connell si ritrovano insieme, senza gli occhi del mondo addosso, e abbandonano ogni timore. I due, inevitabilmente, iniziano una relazione clandestina. Una storia (non) d’amore tra due ragazzi che si prendono e si mollano in continuazione, fino all’età adulta. Si conoscono meglio di ch

Margot legge... Rayuela - Julio Cortázar

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Ammetto che scrivere questa recensione non è così facile per me. Si tratta di un libro complicato, forse è proprio per questo che mi è piaciuto tanto da non parlare d'altro e da farlo diventare il mio amico in metropolitana e il mio professore personale durante le lezioni che non ho mai realmente seguito. Cortázar, prima ancora che il lettore inizi il libro, avvisa che non sarà una lettura tradizionale: lo si può leggere come un normale libro, dal Capitolo 1 fino all'ultima pagina, o saltellando da un capitolo all'altro seguendo la mappa. Se, come me, deciderete di leggerlo tradizionalmente, vedrete che è suddiviso in tre parti: 1) Dall'altra parte , dove Horacio si trova a Parigi, circondato da strampalati amici intellettuali, e dove si imbatte in un amore conflittuale con la Maga, altrettanto strampalata; 2) Da questa parte , ambientato in Argentina, dove ritrova se stesso o forse si smarrisce ancora di più, tra Manù e Talita (un vecchio amico e sua mog

Margot legge... L'unica storia - Julian Barnes

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… ciascuno ha la propria storia d’amore. Anche se è stata un fallimento, anche se si è ormai spenta, o non è mai riuscita a partire, o se fin dal principio era tutta e solo mentale, questo non la rende meno vera. È l’unica storia. Nella vita abbiamo una sola storia da raccontare, il più delle volte è la prima cotta giovanile. L’unica storia d'amore di Paul, o almeno quella di cui vale la pena parlare, è con Susan. Paul ha solo diciannove anni quando la incontra al tennis club, lei è una donna di quarantotto anni, è sposata e ha due figlie. Tra una partita e l’altra, Paul inizia a passare più tempo a casa di Susan che nella sua. La loro relazione inizia senza tante preoccupazioni, pur non trattandosi di una semplice passione estiva destinata a spegnersi. Susan gli insegnerà quanto può essere potente e travolgente l’amore, e Paul impiegherà tutta una vita per cercare di dimenticarle. Nella vita siamo divisi tra la paura che abbiamo di soffrire e il bisogno di ess

Margot legge... Due di due - Andrea De Carlo

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Mario frequenta ancora il liceo quando conosce Guido. Diventano compagni di banco quando è ancora un ragazzino insicuro, alle prime armi con la vita.  Lo so come ti senti. È come essere dietro un vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi. Ho passato tre quarti della mia vita chiuso fuori, finché ho capito che l’unico modo è romperlo. E se hai paura di farti male, prova a immaginarti di essere già vecchio e quasi morto, pieno di rimpianti.  Mario è la voce narrante e, attraverso di lui, conosciamo quello che è Guido all’esterno.  Siamo a Milano negli anni Sessanta, una città grigia come il cemento, tanto sporca quanto caotica. Guido non fa che criticarla e criticare il sistema scolastico che costringe gli studenti a guardare e ragionare al passato. Arriva il momento in cui la nuova generazione decide di unirsi alla rivoluzione del mondo, Guido si unisce alle proteste trascinando Mario con sé. Ma deluso anche da queste, Guido decide di abbandonare la scuola, dedicandosi a una vi

Margot legge... Il processo - Franz Kafka

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Franz Kafka. Uno di quegli scrittori che non ambiva in alcun modo alla fama e non pensava nemmeno a pubblicarle, le cose che scriveva. Come potete vedere dalla foto, era da poco iniziato l'autunno quando l'ho letto, ero a Torino ed era un periodo un po' strano della mia vita. Ma quale periodo della mia vita non è strano... Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poiché un mattino, senza che avesse fatto nulla di male, egli fu arrestato. Non si sa quale sia l'accusa né chi lo abbia denunciato, gli unici fatti constatabili sono il suo arresto e le guardie fuori dalla porta. Eppure, quello di K. è un arresto che gli permette di essere libero per tutta la durata del suo misterioso procedimento giudiziario. Accompagneremo Josef nel seguito del suo processo: gli ambienti si faranno sempre più cupi, asfissianti e claustrofobici, definendo sempre più il senso di impotenza del protagonista, che cerca disperatamente di capire come venirne fuori vittorioso, pur esse

Margot pensa... Fine

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Tutte le volte, separarsi sembrava la fine. Passare qualche ora insieme e, alla fine, salutarsi, voleva dire lasciarsi travolgere dal dubbio: ci sarà un’altra volta? O è l’ultima? Un bacio, e poi ancora un altro. Perché l’ultimo non era mai abbastanza. Abbastanza dolce, abbastanza forte, abbastanza triste, abbastanza tutto. Stringersi forte, come per imprimersi sulla pelle il segno di quell’abbraccio. Che chissà quando ci rivedremo e allora lasciamoci un livido, piuttosto. Quel pomeriggio passato insieme, le aveva fatto capire quanto il tempo non bastasse mai. Si erano incontrati alle 14, erano già le 20. Perché il tempo era così ingiusto con loro? Dunque, questo era solo un assaggio. Di quello a cui va incontro quando tieni a una persona. E se questo era solo l’anticipo, il dopo sarebbe stato un salto nel burrone. Quel salto, erano disposti a farlo?

Margot scrive... Quante volte l'iPhone ci distrae?

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Bastano 20 secondi per distrarci. Stiamo leggendo un libro, siamo riuscita a leggere ben 20 pagine di fila e... Stiamo guidando, la strada è vuota, nessuno in vista, e... Siamo in fila, in una sala d'attesa, aspettando il nostro turno e... Stiamo camminando per strada, riusciamo a vedere da lontano una persona e pur di non doverla salutare... Siamo sul treno o su qualsiasi altro mezzo di trasporto e... è inevitabile ritrovarsi con lo smartphone tra le mani e bastano davvero pochi secondi per farlo, il più delle volte inconsapevolmente, e lo controlliamo entro 15 minuti dal risveglio. La tecnologia ci permette di accedere a una quantità infinita di informazioni e possibilità di ricerca. Tuttavia, gli stessi dispositivi che ci aiutano a imparare possono anche distrarci dal nostro lavoro. Il modo migliore per evitare che il telefono diventi una distrazione è spegnerlo, solo allora ci si rende conto di quando sia diventato una dipendenza. L'unico rimedio è il buon sen

Margot legge... Cercami - André Aciman

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«Me la ricordo.» «Te la ricordi» gli ho fatto eco. Mi ha guardato e ha sorriso. Mi ha fatto piacere. Forse perché sapevo che mi stava prendendo in giro. Vent’anni sono ieri, e ieri è stamattina presto, e stamattina sembra lontana anni luce. «Sono come te» ha detto. «Mi ricordo tutto.» Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c’è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome. Dov'eravamo rimasti? Beh, ecco... Elio e Oliver. Che ne è stato del loro amore? Dopo "Chiamami col tuo nome", successo cinematografico, i nostri due innamorati fanno il loro ritorno sulle pagine con "Cercami", un libro per tutti coloro ch

Margot pensa... Il mio orologio è un'ora avanti

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Ed è il 2019. 27 ottobre. Il mondo mi avvisa che è scattata l'ora solare. E, in realtà, rischi di non saperlo proprio. Il telefono e il computer cambiano l'ora in automatico ma i classici orologi da comodino o appesi alla parete, hanno bisogno di una mano. Nell'ultimo anno ho preso l'abitudine di portare un orologio al polso. La cosa assurda è che quando ho bisogno di sapere l'ora guardo sempre lo schermo sul cellulare, e quando sono annoiata alzo il polso. " Se guardi l'orologio il tempo non passa. "  Mi sento dire. E l'ora solare è scattata ma non ho spostato le lancette. Per mesi, il mondo andava un'ora indietro rispetto al mio orologio. E sono stati mesi strani.  Mesi in cui è stato tutto così diverso, nuovo, da scoprire.  Sapere di avere sempre qualcosa da imparare, e ricordarsi di darsi un'ora in meno. Una fatica. Ma ci ridevo su, c'ho riso così tanto. E adesso, dal 29 marzo... L'ora legale ha rimess

Margot legge... Paula - Isabelle Allende

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Lo scorso Natale mi è stato regalato il mio primo libro della scrittrice Isabelle Allende. Non sapevo a cosa sarei andata incontro, non sapevo quanto profondo potesse essere questo romanzo. Ascolta, Paula, ti voglio raccontare una storia, così quando ti sveglierai non ti sentirai tanto sperduta. Paula è la storia della figlia di Isabel Allende, una giovane ragazza di 28 anni che si ammala gravemente di porfiria, una malattia genetica tanto curabile quanto mortale se non diagnosticata in tempo.  E così, quando  su Paula   si manifestano  i sintomi è troppo tardi e la giovane entra in coma. La ragazza bella e  intelligente  che tutti ricordano si è spenta. Allora Isabel decide di scrivere questo libro per sua figlia che, una volta guarita, potrà rileggere e conoscere nuovamente la storia della sua famiglia.  N on so come raggiungerti, ti chiamo ma non mi senti, perciò ti scrivo. L’idea di riempire queste pagine non è stata mia, sono diverse settimane che non prendo iniziat

Margot pensa... Al parco

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L’altalena cigola. Anzi, le catene dell’altalena cigolano.  Un ragazzo distende le lunghe gambe e con la schiena si spinge prima avanti e poi indietro. Ha un cappello in testa e dei jeans un po’ larghi.  Non fa che spingersi avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Poi, stanco, sta dritto con la schiena e comincia a spingersi con le gambe.  È finito il suo turno, adesso la bambina poco più avanti sta piagnucolando perché pure lei vorrebbe salire.  Lei ancora deve imparare, è la nonnina a spingerla. Ma non forte, solo ogni tanto le da una spinta sulla schiena.  Intanto l’altro bambino accanto ha una missione da superare. Lui vuole toccare il cielo con un dito.  Così si spinge più in alto, torna indietro ma solo per arrivare più in alto. E più in alto e più in alto ma niente...  Resta sempre lì.  E come glielo spieghi a quel bambino che siamo intrappolati qui?  Avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Passa davanti un signore.  Non troppo vecchio, 30 anni o giù di lì.  I vestiti consumat

Margot legge... Ogni volta che mi baci muore un nazista - Guido Catalano

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In questa raccolta ci sono poesie per tutte le occasioni: quelle da leggere da soli la sera, accoccolati sotto il piumone, e quelle da declamare a voce alta; quelle per fare colpo sulla persona che ti piace; quelle per chi sogna labbra lontane. Ci sono poesie per chi è stato mollato e per chi, più modestamente, aspetta soltanto di far bollire le verdure.  Ci sono fidanzate vecchie e nuove, sbronze sotto la luna, invasioni di zombie.  Ma anche tanta vita quotidiana: l'ispirazione che non arriva, i black-out estivi e un mondo di rondini, muratori e passanti ubriachi che si fa beffe del poeta al lavoro.  Di nazisti, invece, non ce n'è nemmeno uno: il tasso di baci presente in queste pagine non l'avrebbe consentito.  C'è chi dice che la poesia, ormai, appartenga ai morti. Eppure Catalano ha scritto ben nove romanzi ed è ancora vivo! Il suo ultimo libro è un romanzo uscito lo scorso febbraio"Tu che non sei romantica".  Guido è il poeta che ha infr

Margot pensa... a questo

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Pensavo a questo. Chi ha inventato la parola "Sorriso"? Utilizziamo questa parola ogni giorno, o almeno credo. E non sappiamo chi l'abbia inventata, chi sia il genitore, la madre o il padre, insomma la prima persona ad averla utilizzata. Ma come avrà fatto? Pensavo a questo. Da dove l'avrà trovata? Parole e parole che non conosciamo e di cui non conosciamo l'origine. Non c'avevo mai pensato. Sono pensieri che, se ti incastri, non ne esci più. Mentre il mondo fuori nemmeno se ne accorge. Nulla si muoveva, oltre la grande finestra dell'aula.  Solo, due palazzi più in là, vedevo una figura in camicia blu, camminare lungo il balcone, portando la sigaretta alla bocca. Sicuramente starà parlando al telefono, tra una boccata e l'altra. Ed era l'unico elemento che mi faceva capire che il tempo non si era bloccato. Le lancette non si erano dimenticate di andare avanti e le nuvole continuavano il loro magico movimento su se stesse e su

Margot scrive... Chi si ricorda del compleanno senza Facebook

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Ore 7.30 , Laura (nome di fantasia, ovviamente) si sveglia superfelice: è il giorno del suo compleanno. Quest'anno, però, ha deciso di fare una prova: ieri sera ha oscurato la sua data di nascita su Facebook, curiosa di scoprire  quanti ricorderanno la data senza il reminder. Ore 8:00 , ha già ricevuto gli  auguri dai suoi genitori e dal resto della sua famiglia . Entro l’ora di pranzo, quelli di un paio di amici dell'infanzia. Ma poi tutto si ferma. Mancano molte persone all’appello, perché? C osa succede?  Qualche anno fa il fenomeno è stato ampiamente analizzato.  Facebook  detiene il “ predominio ” degli auguri di compleanno. Sembrerebbe una cosa banale, ma riceverne a pioggia gratifica gli utenti.  In un’epoca in cui abbiamo perso quasi del tutto l’abitudine a telefonare, (e non ci ricordiamo nemmeno un numero a memoria)  “ Fai gli auguri ”  ci offre la certezza di non fare brutta figura e un posto dove lasciare il segno del nostro passaggio.  Ore 19:00 , Laur

Margot scrive... Il declino del "Lei"

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"Darsi sempre del tu è una finta familiarità che rischia di trasformarsi in insulto" - Umberto Eco La scomparsa del lei sembra essere un lutto esclusivamente per i nostalgici delle buone maniere, ma la motivazione va ricercata nella società di oggi... Se entri in un negozio per comprare dei semplicissimi jeans, automaticamente i commessi ti daranno del "Tu", giusto per entrare in confidenza. Se, invece, il cliente è un anziano signore dai capelli bianchi o un qualunque uomo in cravatta, una signora di una certa età o una donna che indossa una pelliccia, automaticamente agli occhi dei commessi sembra richiedere rispetto, ergo viene utilizzato il "Lei". Lo stesso avviene nel quotidiano, siamo davanti al dottore, al professore, al dipendente di turno e diamo del "Lei", saliamo sui mezzi pubblici o facciamo una passeggiata per strada, urtiamo qualcuno o diamo indicazioni stradali e, automaticamente, il nostro linguaggio ha un registro basso.

Margot legge... Parlarne tra amici - Sally Rooney

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Frances è una di quelle studentesse insopportabilmente brillante, ha 21 anni e un muro di intelligenza e freddezza che solo a pochi amici permette di invadere, tra cui Bobbi. Lei è la sua ex fidanzata e unica amica con cui recita poesie, è Frances a scriverle ma non si è mai degnata di pubblicarle perché preferisce che si disperdano «eteree al suono degli applausi», e non mira a ottenere un posto nella casa editrice dove sta svolgendo un incarico part-time. Bobbi, agli occhi di Frances, sembra sempre essere una versione migliore di se stessa: più bella, più cool, più trasgressiva, più lesbica, più ricca. Sin dalla prima pagina, dietro questo muro di  self-sufficient,  sappiamo che Frances è un cumulo di insicurezze, assomiglia molto a noi comuni mortali che nella vita un po' stentiamo e un po' osiamo. Una sera, Frances e Bobbi vengono invitate a casa di Melissa, un'autrice che vorrebbe scrivere un pezzo biografico su di loro, e poco più tardi conoscono suo marito Nick.

Margot pensa... 2020

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Anno nuovo, vita nuova. Ma basta? Mi sono sempre chiesta cosa serva per cambiare vita, a parte un biglietto di sola andata verso everywhere . Così ho stilato per voi una lista su come cambiare vita in dieci mosse e senza neanche troppi sforzi. 1- Scoprire le nostre passioni. Ognuno di noi ne ha una, il nostro talento va alimentato. Perché le piccole gioie della vita la rendono meritevole di essere vissuta, per noi. 2- Ritagliare un po' di tempo per sé. Come in "Per dieci minuti" di Chiara Gamberale, trovare 10 minuti del proprio tempo per fare qualcosa di nuovo che non avete mai fatto o pensato di fare. 3- Ridere. 4- Scoprire. Viaggiare per scoprire sempre qualcosa di nuovo, anche le cose scontate. Anche a un'ora da te. 5- Vedere il bicchiere mezzo pieno. Di acqua. Perché niente è più buono dell'acqua e almeno una volta nella vita lo avete pensato anche voi. 6- Conoscere gente nuova per conoscersi. Scoprirai aspetti di te che si erano assopiti.

Margot scrive... e se fosse sempre Natale?

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Trascorro il Natale fuori sede ormai da vari anni.  Parte della mia famiglia si è trasferita in un’altra città da tempo quindi, in occasione delle vacanze di Natale, ci riuniamo tutti al nord.  Non ricordo l'ultimo Natale vissuto in maniera felice e spensierata, come una bambina. So solo che il tempo ha gradualmente trasformato dicembre in un mese di malinconia e nostalgia, tanto da attendere con ansia la fine .  E non sono la sola.  Insomma, il grinch che c’è in noi fa capolino e ci ricorda che tutto questo fare festa in realtà non ci piace perché ci vede costretti a fare i bilanci dell’anno che sta per finire. È tempo di fare i conti con ciò che abbiamo fatto in dodici mesi, e a noi che dalla vita abbiamo sempre avuto tanto, forse anche troppo rispetto a chi ha poco e niente, ci sembra di non avere mai abbastanza , sempre insoddisfatti e inappagati. È più facile pensare a tutto ciò che non abbiamo.  Analizzare successi e fallimenti è scomodo, soprattutto se gli

Margot pensa... Un'altra candelina

Proprio oggi io, Serena, compio ben 23 anni. Io. Mi chiedo come è possibile e cosa ho fatto per tutto questo tempo. Provo sempre quest'ansia di vivere, come se non vivessi mai abbastanza e fossero troppe le cose da sapere, a questo mondo, e che ancora non so. Mi chiedo come è possibile che la gente passi dal non saper soffiare le candeline allo sperare di non aver un attacco d'asma dopo il soffio. Cosa c'è nel mezzo? Ho sempre vissuto un po' male il giorno del mio compleanno, a parte l'anno scorso. E questa è un'altra storia, magari un altro giorno ci scriverò un racconto. Perché faccio sempre così, nella mia vita. Penso sempre a come scriverei tutte le cose che mi accadono. Non faccio in tempo a vivere una cosa che già mi dico di non dimenticarla e di tenerla a mente per il prossimo racconto. Triste, per alcuni. Per me è la vita. Scrivere e leggere, e poi leggere sempre di più. Ma il punto è che oggi faccio 23 anni. Non mi va di tagliare una torta e di

Margot scrive... Workaholic - La malattia del 21° secolo

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La workaholism , anche detta work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Oates, per indicare il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, una di quelle malattie strane tipo la Social Addiction o lo Shopping Compulsivo.  Non è una di quelle dipendenze come l'uso di sostanze, non riguarda un appagamento istantaneo ma un insieme di attività che richiedono uno sforzo, per un lavoro o un servizio, per il quale si prevede una remunerazione. Molti, a seguito dell’accettazione di lavori sottopagati ed estenuanti, si drogano di lavoro pur di riuscire a sostentare (a malapena) le spese familiari. Una sorta di sacrificio di sé stessi che poi, per forza di cose, porta i workaholic a trasformare l’ambito lavorativo in unico punto di riferimento, annullando la vita sociale e familiare. Per loro il lavoro diventa l’habitat principale e ciò che sta fuori superfluo. In Italia la situazione dei Workaholic è degenerata dal 2011, dopo il Decreto Salva Italia di Monti e la succ