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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

Margot scrive... Dieci regole per scrivere di narrativa - Franzen

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1. Il lettore è un amico, non un avversario, non uno spettatore. 2. La narrativa che non rappresenti un'avventura personale dell'autore in un territorio spaventoso o sconosciuto non merita di essere scritta se non per soldi. 3. Mai usare poi  come congiunzione - a quello scopo abbiamo la e. Sostituire e con  poi  è la non soluzione dello scrittore pigro o privo di orecchio al problema delle troppe e sulla pagina. 4. Scrivere in terza persona, a meno che una voce in prima persona davvero speciale non vi si offra in modo irresistibile. 5. Le affermazioni, insieme alle corpose ricerche per la stesura di un romanzo, si svalutano quando diventano gratuite e universalmente accessibili. 6. La narrativa più puramente autobiografica richiede pura invenzione. Nessuno ha mai scritto una storia più autobiografica della Metamorfosi. 7. Si vede di più rimanendo fermi che inseguendo qualcosa. 8. Difficilmente chi è connesso a internet scriverà qualcosa di buono. 9. Spesso i verbi in

Margot legge... La Strada - Cormac McCharty

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Vi siete mai fatti domande sulla fine del mondo, l’Apocalisse e il “dopo”? Come sarà la vita dopo l’Apocalisse sulla Terra? Cormac McCharthy si è risposto con “La strada”. Un romanzo in cui un uomo e un bambino (senza nomi) spingono un carrello su un’innevata strada americana.  Intorno a loro non è rimasto più nulla, un mondo grigio con un mare non più così blu, dove le poche persone rimaste finiscono per dare inizio a una lotta per la sopravvivenza. È un ritorno alla vita primaria, dove predatori e prede sono costretti alla sopravvivenza e al freddo, guidati dalla volontà di proteggere i propri cari. La paura è una compagna costante, la paura e la debolezza, il non poter fare qualcosa di più e brancolare. Un mondo in cui l’importante è non arrendersi e andare avanti. Sempre.  Un libro dal forte impatto emotivo, che è più un pugno nello stomaco, ti costringe a chiederti “E io cosa farei? Sarei ancora viva?”, nonostante la trama sia inconsistente e l’autore non spieghi le origi

Margot scrive... Italo Calvino: "Amo..."

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«Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca. Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà. Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza. Amo Stevenson perché pare che voli. Amo Cechov perché non va più in là di dove va. Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.  Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.  Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo. Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista. Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui. Amo Poe dello Scarabeo d’oro. Amo Twain di Huckleberry Finn. Amo Kipling dei Libri della Giungla. Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima. Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia. Amo Gogol perch

Margot legge... Sofia si veste sempre di nero - Paolo Cognetti

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Non sono le tue azioni, sosteneva, ma le tue reazioni a dire chi sei.  Sofia si veste di nero. Perché di quale altro colore potrebbe vestirsi? Il nero è il colore dell’anarchia, della ribellione e della sfida. Una sfida prevalentemente contro se stessa, il paese che la circonda, la porta attraverso cui passare per diventare adolescenti e, dopo, donne.  Perché sì, Paolo Cognetti, sebbene sia un uomo, ci descrive questa Sofia in dieci racconti, che possono essere letti anche come racconti indipendenti, in cui il registro narrativo cambia di racconto in racconto, con una vena femminile che tante scrittrici (donne) non hanno. La sequenza dei racconti non rispetta sempre l’ordine cronologico, tra l’uno e l’altro ci sono diversi buchi temporali e le storie, divise tra Roma, Milano e New York, si fondono tra loro attraverso continui flashback e racconti in cui il protagonista cambia. Ad esempio troviamo Roberto, il padre di Sofia, la storia con la sua amante e la storia del suo l

Margot scrive... Mettete gli occhiali da sole!

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“Se dovessi darvi un solo consiglio per il vostro futuro, allora vi direi: mettete gli occhiali da sole! Perché i benefici dell’impiego a lungo termine degli occhiali da sole sono stati provati scientificamente, mentre tutti gli altri consigli che ho da darvi sono basati, nulla più, sulla mia vagolante esperienza.  Comunque eccoli. Godetevi la bellezza e la forza della vostra giovinezza. Fregatevene del resto. Non capirete quella bellezza e quella forza se non quando se ne saranno andate. Ma credetemi quando, fra vent’anni, guarderete le vostre vecchie foto, allora vi ricorderete, in un modo che adesso non potete nemmeno immaginare, quante possibilità c’erano dietro a voi e che fantastico aspetto avevate. Perché, sapete, non siete grassi come credete! Non preoccupatevi del futuro. Oppure, preoccupatevene, ma sapendo che tanto è un gesto inutile. Non vi aiuterà più di quanto masticare un chewing gum vi possa aiutare a risolvere un problema di algebra. I veri problemi della vita ten

Margot legge... Il libro dell'inquietudine - Fernando Pessoa

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Non si è mai vissuta tanto come quando si è pensato molto. Una raccolta disordinata di pensieri di Bernardo Soares, alter-ego di Fernando Pessoa, il quale non è attirato da alcunché, vive annullandosi, privandosi anche di quelle certezze e di quelle costanti affettive che sono proprie di ogni vita. Pensieri malinconici e ricchi di sentimento, il tedio interiore distrutto in parole. La solitudine mi sconforta; la compagnia mi opprime. La presenza di un'altra persona distrae i miei pensieri. Un autore con una padronanza linguistica davvero invidiabile, dove anche la più banale descrizione diventa poesia. Non si tratta di un diario sulla vita "esterna", ma si tratta della vita "interna":  l'irrequietezza, la paura, la solitudine, finalmente hanno una voce. La voce di quei lupi solitari che si pongono domande sull'esistenza, dividendo la vita tra sogno e realtà, sogni così lontani da sembrare impossibili. Ricercare la solitudine, non riuscire a stare

Margot pensa... Pronto?

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-        - Pronto? – - - Perché? – Ebbi un attimo di esitazione, ma capii subito di chi era la voce dall’altro capo del telefono e -Perché cosa? - chiesi. - - Perché lo hai fatto? Perché mi hai lasciato lì ad aspettare? – - - Te l’ho detto … non è stata colpa mia, l’aereo ha fatto ritardo! – - - Balle! Sono tutte balle … - il rumore dei singhiozzi di Giada riempiva il silenzio che, in qualche modo, nutriva quella connessione a distanza, - - Senti, forse questo è solo un segno … forse vuol dire che non siamo fatti per stare insieme ma siamo fatti per stare con qualcun altro. – E boom. La chiamata finì lì. E certe cose finiscono lì. Così. Allora mi siedo per terra, sfinito, mentre guardo il tramonto fuori dalla finestra di casa mia. Maledetti aerei e maledetta connessione. Possibile che nel 2019 non si possa usare il telefono mentre si è in volo? Come è possibile? Avrei potuto chiamare Giada mentre ero sull'aereo e avvisarla … “Amore mio … s

Margot scrive... Charles Dickens

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Le sorprese, come le sfortune, raramente vengono da sole. Charles Dickens, la penna più importante dell'Inghilterra (dopo Shakespeare) morì proprio il 9 giugno 1870. Cresciuto a Camden Town, a 12 anni dovette cominciare a lavorare in una fabbrica di lucido per scarpe, ma l'esperienza fu da spunto per i suoi romanzi in cui descrive l’Inghilterra del 19esimo secolo, denunciandone la miseria e l’ingiustizia. Qualche anno più tardi andò a lavorare in un ufficio legale, dove imparò a stenografare da autodidatta e diventò un giornalista, collaborando con diversi giornali e riviste. I suoi romanzi venivano pubblicati nei giornali in forma seriale. Se vi stavate chiedendo perché Grandi speranze fosse così voluminoso, o perché il povero Oliver Twist ne dovette passare così tante, ecco il perché. E questi sono solo due dei romanzi più importanti. Sicuramente ricorderete Il canto di Natale che ogni anno, nel periodo natalizio, trasmettono in tv. E a proposito di quest

Margot legge... L'insostenibile leggerezza dell'essere - Milan Kundera

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Ricerchiamo la vertigine. In fondo, la paura di cadere, ci piace. Non sopportiamo la leggerezza e, artefici del nostro destino, ci lasciamo incantare dalle innumerevoli casualità che incontriamo nel prendere le nostre decisioni.  Ed è proprio grazie alle sei casualità incastratesi tra di loro che nasce il sentimento tra Tereza e Thomas, lei è una donna semplice con i suoi retaggi di un’infanzia pesante e lui è un affermato medico inafferrabilmente solo ma circondato da amicizie erotiche. E poi incontriamo Sabine, amante di Tomas, e Franz, amante di Sabine. Entrambi troppo diversi per cercare di capirsi, troppo scoordinati per appartenersi. Tomas allora non si rendeva conto che le metafore sono una cosa pericolosa. Con le metafore è meglio non scherzare. Da una sola metafora nasce l’amore.  Tereza appare a Tomas come un bambino messo da qualcuno in una cesta spalmata di pece e affidato alla corrente, un piccolo Edipo insomma. Ma proprio da questa metafora nasce

Margot scrive... Festa della Repubblica Italiana

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La Repubblica Italiana è giunta al suo 73esimo anniversario e, come da tradizione assisteremo alla Parata militare con esibizione delle Frecce Tricolore, come da tradizione si starà in famiglia durante il pranzo in montagna o al mare, i più giovani andranno al mare spensierati perché la scuola sta finendo e l'estate sta arrivando. A pensarci bene, però, questo è uno di quei giorni in cui viene da chiedersi se ci sentiamo davvero italiani... Siamo italiano quando chiudiamo i porti? Siamo italiani quando la televisione annuncia l'ennesimo omicidio mafioso? Siamo italiani quando "Ma a questo chi lo ha votato?", detto ad ogni elezione? Il 2 giugno del '46 siamo stati chiamati a scegliere tra la repubblica e la monarchia, un referendum che ha cambiato talmente tanto l'Italia da ritrovarci ancora con le svastiche sui muri e i cori fascisti per le strade. La storia si ripete, ma la storia siamo noi a farla, e allora torniamo pure alle nostre vite.