Margot pensa... Pronto?

-      - Pronto? –
- - Perché? –
Ebbi un attimo di esitazione, ma capii subito di chi era la voce dall’altro capo del telefono e
-Perché cosa? - chiesi.
- - Perché lo hai fatto? Perché mi hai lasciato lì ad aspettare? –
- - Te l’ho detto … non è stata colpa mia, l’aereo ha fatto ritardo! –
- - Balle! Sono tutte balle … - il rumore dei singhiozzi di Giada riempiva il silenzio che, in qualche modo, nutriva quella connessione a distanza,
- - Senti, forse questo è solo un segno … forse vuol dire che non siamo fatti per stare insieme ma siamo fatti per stare con qualcun altro. –
E boom.
La chiamata finì lì. E certe cose finiscono lì. Così.
Allora mi siedo per terra, sfinito, mentre guardo il tramonto fuori dalla finestra di casa mia.
Maledetti aerei e maledetta connessione. Possibile che nel 2019 non si possa usare il telefono mentre si è in volo? Come è possibile?
Avrei potuto chiamare Giada mentre ero sull'aereo e avvisarla …
“Amore mio … sei bellissima, sono sicuro che lo sei … e io sono imperdonabilmente in ritardo perché sto qui tra le nuvole, ma ti amo. Avvisa tutti, i nostri genitori, il prete, ritarderò di qualche ora, ma ci sarò. Sono quello in giacca e cravatta e tu sei quella in bianco, ti riconoscerò”.
Ma si sarebbe trattato di un altro matrimonio, in un mondo in cui non stavamo litigando da giorni per ogni stronzata. Dal colore delle mie scarpe alla grandezza delle candele sul tavolo.
Ma come si fa funzionare un amore? Quando due persone stanno davvero bene insieme, come si riesce a non litigare?
I primi mesi non era così.
Io e Giada ci siamo conosciuti mentre eravamo in vacanza. Incredibile, siamo della stessa città ma ci siamo incontrati in un’altra. Eravamo sulla spiaggia di Polignano ed era bellissima, con quel vestito bianco e i suoi capelli biondi lungo la schiena abbronzata. Abbiamo passato i restanti tre giorni della sua vacanza insieme e, dopo qualche giorno, lei mi aspettava nella nostra città.
Con quel vestito bianco, alla stazione.
È stato amore puro, sintonia. Non eravamo mai sazi di guardarci.
Poi le ho fatto la proposta di matrimonio. Avevo organizzato tutto: l’avevo riportata a Polignano, di nuovo con il suo vestito bianco, il vento tra i capelli di lei, che attraversava me, lo sentivo fin sotto la camicia, come sentivo che saremmo stati insieme per sempre. Puro amore.
Perché queste cose esistono e accadono.
E da lì sono cominciati i drammi.
Ore e ore a litigare sul dove andare a vivere, sui propri lavori, sulle proprie famiglie, su come sarà la nostra famiglia, e il Natale, le vacanze, un cane in futuro magari, ma come fai a tenere un cane se non siamo mai in casa, e allora con il figlio, e allora io dovrò mollare il lavoro e dove è finita la parità dei sessi, e i mobili in legno fanno vecchio, ma i mobili bianchi non dureranno un giorno con un figlio, niente figli, e come puoi dire una cosa del genere, e via …
Ogni giorno se ne aggiungeva una diversa.
Finché ho avuto una promozione sul lavoro che implicava diversi viaggi, il matrimonio era stato rimandato per troppo tempo, un giorno, una settimana. Dovevo ritornare da Berlino.
–Tornerò in tempo – le avevo detto. E giù a litigare.
Sono salito sull’aereo e il tempo passava. Un’ora, due ore. Ero in ritardo.
- Signorina mi scusi, è successo qualcosa? Dovremmo essere già arrivati … - le chiedo con fare nervoso.
- Problemi con la pista di atterraggio, ancora qualche minuto di pazienza e saremo in arrivo …
- - Posso fare una chiamata? –
- - La connessione dati altera le operazioni di volo, attenda qualche minuto … -
E allora pochi minuti sono diventati un’altra ora, che si è sommata a mezz’ora di chiamate e urla contro il tassista di muoversi, mi sarei sposato in jeans e scarpe da ginnastica, chi se ne frega, ma nessuno rispondeva alle mie chiamate. Così ho chiamato Paolo, il mio testimone e …
- - Ma dove sei finito? -
- Sto arrivando, sono qui al semaforo dopo la stazione, dillo a Giada, che sto arrivando e la amo –
- - Giada è andata via … -
E boom.
Si vedono le stelle da questa finestra. E il Moka Bar al piano terra ha messo la musica. È ancora leggera ma fa piacere. Mi ricorda Polignano. E chissà se ci ritornerò.

Chissà se ritorneremo.

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