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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Margot scrive... Premio Nobel Letteratura 2019

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Jean Paul Sartre, nel 1964, rifiutò il Premio Nobel dichiarando che “lo scrittore deve rifiutarsi di lasciarsi trasformare in un’istituzione”. Ma un premio così importante può essere considerato come una forma di "inquadramento sociale"? Come se inserisse tutti gli scrittori in una casella, una categoria.In questo 2019, invece, di Premio Nobel ce ne sono ben due. Europei, una polacca e un austriaco. Olga Tokarczuk e Peter Handke, con "I vagabondi" (uno dei libri più discussi dell’anno) e con l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino" (uno dei film più noti di tutti i tempi).  Due titoli che magari non hai mai letto o che non avresti mai letto, e che dopo aver letto è come non aver vissuto per nient'altro che quelle parole. Sarà questo l'ingrediente segreto per vincere un Premio Nobel? "Quando scrivo sono presa da una sorta di follia e ossessione, a cui cerco di dare ordine proprio attraverso le parole" dice Olga Tok

Margot legge... Frankenstein - Mary Shelley

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Quella che tutti conosciamo come una delle prime storie d'orrore, in realtà al suo interno nasconde passioni intense (l'amore, l'odio, la disperazione, il desiderio di conoscenza e la vendetta). Il Dottor Frankenstein non desidera altro che raggiungere l'assoluta perfezione, farsi beffe di Dio dando vita a un essere inanimato. Ma la "cosa" non è altro che un mostro, un essere orrendo e ripugnante. Ciò che Mary Shelley intende sottolineare tra le pagine di questo libro, è che per quanto la creatura sia mostruosa, ha un animo buono e innocente, impara a sopravvivere da solo e a leggere e scrivere osservando una famiglia di francesi. Quando, però, si sente rifiutato dalla società perché resta pur sempre un mostro, ritorna dal creatore per chiedergli una compagna, per sfuggire alla solitudine. Mi avevi dotato di emozioni, di sensibilità e poi mi avevi scagliato nel mondo, oggetto di scherno e d'orrore per l'umanità. Eppure il Dottor Franke

Margot pensa... Non ho bisogno di nulla

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Ludovico. Il mio terzo compagno ed è finita. Ma come lo spiego a mia madre? Lei che ha avuto solo papà nella sua vita, lei che sono anni che cerca di sostenermi in ogni modo ma, in qualche modo, anche le basi più solide prima o poi cedono.  Dopo l'Università fallita perché che me ne frega di studiare, voglio lavorare e allora chiudiamoci in un negozio a fare la commessa che all'inizio mi piaceva pure. Adesso, a trent'anni, sicuramente non posso viverci ma non so fare altro. La casa, le bollette, lo shopping terapeutico che fa venire uno shock quando controlli quanto hai speso. E poi... I debiti della prima casa comprata col primo compagno, il cane Pong salvato col secondo compagno (che nemmeno piaceva ai miei, né il cane né il compagno), e adesso è finita anche con Ludovico. "Perché da quando sto con te spendo troppi soldi" E allora lo vedi che nella vita è sempre e solo una questioni di soldi? Averceli o non averceli. Ma come lo spiego a mi