Margot scrive... Premio Nobel Letteratura 2019

Jean Paul Sartre, nel 1964, rifiutò il Premio Nobel dichiarando che “lo scrittore deve rifiutarsi di lasciarsi trasformare in un’istituzione”. Ma un premio così importante può essere considerato come una forma di "inquadramento sociale"? Come se inserisse tutti gli scrittori in una casella, una categoria.In questo 2019, invece, di Premio Nobel ce ne sono ben due. Europei, una polacca e un austriaco. Olga Tokarczuk e Peter Handke, con "I vagabondi" (uno dei libri più discussi dell’anno) e con l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino" (uno dei film più noti di tutti i tempi). 
Due titoli che magari non hai mai letto o che non avresti mai letto, e che dopo aver letto è come non aver vissuto per nient'altro che quelle parole. Sarà questo l'ingrediente segreto per vincere un Premio Nobel?
"Quando scrivo sono presa da una sorta di follia e ossessione, a cui cerco di dare ordine proprio attraverso le parole" dice Olga Tokarczuk, la scrittrice polacca che nel suo ultimo romanzo, “I vagabondi”, mescola generi e stili diversi, raccontando diverse storie il cui senso sta nella presenza dell'uomo sulla Terra. Invece, il più recente libro di Peter Hankle uscito in italiano è "La storia della matita", un’autobiografia incentrata sul suo lavoro di scrittore.


Questa la motivazione per il Nobel a Handke: “Per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”. E questa quella per il premio a Tokarczuk: “Per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”.

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