Margot scrive... Workaholic - La malattia del 21° secolo

La workaholism, anche detta work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Oates, per indicare il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, una di quelle malattie strane tipo la Social Addiction o lo Shopping Compulsivo. 
Non è una di quelle dipendenze come l'uso di sostanze, non riguarda un appagamento istantaneo ma un insieme di attività che richiedono uno sforzo, per un lavoro o un servizio, per il quale si prevede una remunerazione.
Molti, a seguito dell’accettazione di lavori sottopagati ed estenuanti, si drogano di lavoro pur di riuscire a sostentare (a malapena) le spese familiari. Una sorta di sacrificio di sé stessi che poi, per forza di cose, porta i workaholic a trasformare l’ambito lavorativo in unico punto di riferimento, annullando la vita sociale e familiare. Per loro il lavoro diventa l’habitat principale e ciò che sta fuori superfluo.
In Italia la situazione dei Workaholic è degenerata dal 2011, dopo il Decreto Salva Italia di Monti e la successiva liberalizzazione del commercio, ad oggi il workaholic è l’unica figura che possa supportare orari h24, domeniche e festivi compresi. Molti sono gli imprenditori Italiani che non si fanno scrupoli nel sottoporre i dipendenti a ritmi lavorativi esasperanti, spesso sotto il ricatto del licenziamento. 
I sintomi più ricorrenti nella workaholism sono:
  • Tempo eccessivo dedicato volontariamente e consapevolmente al lavoro (più di 12 ore al giorno, compresi weekend e vacanze);
  • Pensieri ossessivi e preoccupazioni collegati al lavoro (scadenze, appuntamenti, timore di perdere il lavoro);
  • Poche ore dedicate al sonno notturno con conseguenti irritabilità, aumento di peso, disturbi psicofisici;
  • Sbalzi di umore e facile irritabilità, con annessa ansia e panico;
  • Abuso di sostanze stimolanti come la caffeina. 
Soluzione? 
Innanzitutto l'accettazione, accettare di non essere semplicemente "stanchi" e di non aver nessun mal di testa di stagione, ma di avere una vera e propria dipendenza, quindi bisogna subito cercare di ritrovare un equilibrio, tra il lavoro e la vita privata, dedicarsi alle nuove avventure, ampliare i propri orizzonti, cose che non appesantiranno il portafoglio ma sicuramente alleggeriranno il pensiero.

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