Margot pensa... Un'altra candelina

Proprio oggi io, Serena, compio ben 23 anni.
Io.
Mi chiedo come è possibile e cosa ho fatto per tutto questo tempo.
Provo sempre quest'ansia di vivere, come se non vivessi mai abbastanza e fossero troppe le cose da sapere, a questo mondo, e che ancora non so.
Mi chiedo come è possibile che la gente passi dal non saper soffiare le candeline allo sperare di non aver un attacco d'asma dopo il soffio.
Cosa c'è nel mezzo?
Ho sempre vissuto un po' male il giorno del mio compleanno, a parte l'anno scorso. E questa è un'altra storia, magari un altro giorno ci scriverò un racconto.
Perché faccio sempre così, nella mia vita. Penso sempre a come scriverei tutte le cose che mi accadono. Non faccio in tempo a vivere una cosa che già mi dico di non dimenticarla e di tenerla a mente per il prossimo racconto.
Triste, per alcuni. Per me è la vita. Scrivere e leggere, e poi leggere sempre di più.
Ma il punto è che oggi faccio 23 anni. Non mi va di tagliare una torta e di mangiarla con alcuni amici, la verità è che non mi va di far nulla. Vorrei ignorarlo e posticiparlo, un giorno come un altro e via. Passatemi il plaid che vado in coma sul divano. Alla faccia della mia ansia di vivere.
Insomma, diciamocelo. I compleanni sono belli soltanto per i bambini e per chi è sano di mente e non soffre di una specie di sindrome da Peter Pan, come me.
E questo è un altro discorso.
Ecco... 23 anni. Ed è un numero brutto, non vi pare? Non ha un senso. 23. Non porta nemmeno sfiga, è un numero inutile. Probabilmente continuerò a dire di averne 22.
Perciò non c'è nulla da festeggiare, qui.
Neanche per me, che è il mio giorno preferito.

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