Margot legge... Spider - McGrath

Qualche giorno fa mi trovavo a Milano da un'amica, così in preda al caldo e alla noia ho deciso di prendere un treno alla scoperta di Como.
Proprio qui, presso la Feltrinelli, ho deciso di regalarmi uno di quei libri "a pacchetto chiuso", quei libri di cui trovi una breve recensione da parte del libraio e una citazione del libro, la quale recitava proprio così:
Ma cos'è che non va in me, il fatto che per salvarmi la vita devo seppellirmi all'interno di giri, giri retti da raggi che forma zone, campi, con dentro solo cose morte
E allora mi aspettavo uno di quei libri che diventano un viaggio introspettivo dentro di sé.
Non mi aspettavo Spider di Patrick McGrath.
Un libro in cui gli eventi traumatici del passato portano all'infermità della psiche. il disagio e l'alienazione non sono altro che il frutto di un tentativo di elaborazione della realtà che porta alla costruzione di due mondi: il mondo di Spider, posto in fondo, nella sua testa, e il mondo di Dennis, sempre lì sul davanti.
Così Spider è una sorta di diario in cui Dennis Cleg, alias Spider, cerca di rielaborare il lutto della madre, morta a soli tredici anni, il tradimento del padre e il suo tentativo di far credere che Hilda, la prostituta dall'ingombrante presenza, sia sua madre.
Così, il protagonista racconta la sua storia, come un ragno costruisce la sua tela, tra la puzza di gas, gabinetti traboccanti e campi di patate. Ma la memoria, ripensare al passato, può arrecare ulteriori disturbi che sono stati sempre presenti nei meandri della propria mente e che ora, durante la rielaborazione, ritornano in maniera devastante.
Si può rimanere imprigionati nella ragnatela dei ricordi e non conoscere il modo su come liberarsene.

Mi aspettavo un viaggio introspettivo dentro di sé, è vero. Ma quello che mi sono ritrovata sotto gli occhi è stato qualcosa di più difficili. Chi è Dennis Cleg? La vittima? O il carnefice?

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