Margot scrive... I ragazzi di vita 2000

C’è un bambino che fugge dalla Chiesa della Divina Provvidenza dopo la sua prima comunione, è Riccetto, la città sembra ancora una grande campagna: Roma bruciata dal sole.
Inizia proprio così "Ragazzi di vita", il primo romanzo di Pier Paolo Pasolini, pubblicato nel 1955, che ebbe successo nonostante le numerose critiche e le censure.
Un documento sulle condizioni del sottoproletariato, la vita nei quartieri malfamati, la speculazione edilizia e, non solo, il riflesso macabro della morte negli occhi ancora innocenti, ma non del tutto, di questi ragazzetti.
Nei suoi otto capitoli, suddivide la storia in due tempi. Da una parte la storia di Riccetto e dei suoi compagni, innocenti bambini, è il tempo del sole e del Tevere. Dall’altra la storia degli stessi ragazzini, ma a diciassette anni: il tempo della periferia, dell’Aniene.
E adesso abbiamo superato il 2000 da un pezzo, che ne è stato di quei ragazzi di vita? 
Oggi, i nostri, che ragazzi sono?
Io non lo so come sono fatti quei ragazzi dei quartieri romani, ma so che spesso i ragazzi di oggi vengono collocati in una, per così dire, "generazione vuota, senza scopi e senza riferimenti". 
Niente di diverso dalla generazione di Riccetto, in cui trovare un lavoro fisso era quasi motivo di derisione. Bisognava rubare, scommettere o lavorare a giornata, e lasciarsi tutto alle spalle con un tuffo nel Tevere (anche se quello, oggi, chi lo farebbe?).
Quello che caratterizza i ragazzi del 2000 non è altro che una sorta di nichilismo che li rende eterni rinunciatari, un totale rifiuto dei valori religiosi, morali e filosofici.
E ...
Siamo davanti alla generazione Peter Pan, quella che resta adolescente finché si può. Questi ragazzi non conoscono la guerra, non conoscono la fame, conoscono la scuola, la tecnologia. O almeno la maggior parte di essi.
E credete che questo li faccia felici? No ...
L'altra metà dei ragazzi sono ragazzi di strada, piccoli Mr Dodger che cercano di non annegare così.
E allora "Ragazzi di vita" è un romanzo immortale, degli eterni ragazzi di vita che cercano di non annegare, così.

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