Margot pensa... La quantità di caso

 La quantità di caso mi sorprende e non mi spaventa. 



















Ci sono tutte queste persone che incrociano la nostra strada, persone di cui non so nulla e che, il più delle volte, non guardo nemmeno in faccia. Vorrei ricordare bene i volti di tutti quei tizi in metro con me, ma non posso. Non ci riesco.
Mi interrogo sul futuro, sull’esistenza di un destino già scritto. Ma come si può?
Per esempio, adesso sono in metro. So benissimo a quale fermata devo scendere. Un destino, direi.
Eppure, se decidessi di scendere due fermate prima.... La metro si ferma, si aprono le porte e io bam. Scendo.
Niente di premeditato.
È un caso, chiarissimo.

Ma allora... qual è la soluzione?

Ogni giorno, ogni minuto, prendiamo delle scelte. E queste scelte ci portano a un bivio.
È il solito vecchio bivio delle due possibilità, lo conosciamo da una vita.
Se esiste il destino, vuol dire che davanti a noi abbiamo due futuri già scritti verso cui stiamo andando incontro.
Praticamente da una vita.
E quindi, io che desidero così tanto fare la finta ribelle guidata dal caso...
Forse, non lo sono poi così tanto...

E mi sorprende, ma non mi spaventa.

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