Post

Margot scrive... Baudelaire, il nostro è un mondo maledetto

Immagine
Charles Baudelaire . Non c’è bisogno di tante spiegazioni, basta solo il nome per ricordarci che stiamo parlando dell’autore de I fiori del male . È stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d'arte, giornalista, filosofo e traduttore francese.  Le sue opere hanno influenzato molti autori successivi a lui, come ad esempio i "poeti maledetti" come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud, e poi ancora gli scapigliati italiani, Proust e molti altri, fino ai giorni nostri. Les Fleurs du Mal , pubblicato a Parigi nel 1857, fu da subito un grande scandalo per quella bellezza, quel peccato irresistibile, il mal de vivre che rende la morte l’unica salvezza, quei temi che mai prima qualcuno aveva cercato di mettere su carta. La sua era una vita sregolata, fatta di passione e droghe, tutto pur di evadere dalla realtà. Le poesie dei poeti maledetti erano la miglior espressione del male, le angosce umane, la realtà dura della vita di quel secolo, cercando di mostrare ch

Margot legge... Paula - Isabelle Allende

Immagine
Lo scorso Natale mi è stato regalato il mio primo libro della scrittrice Isabelle Allende. Non sapevo a cosa sarei andata incontro, non sapevo quanto profondo potesse essere questo romanzo. Ascolta, Paula, ti voglio raccontare una storia, così quando ti sveglierai non ti sentirai tanto sperduta. Paula è la storia della figlia di Isabel Allende, una giovane ragazza di 28 anni che si ammala gravemente di porfiria, una malattia genetica tanto curabile quanto mortale se non diagnosticata in tempo.  E così, quando  su Paula   si manifestano  i sintomi è troppo tardi e la giovane entra in coma. La ragazza bella e  intelligente  che tutti ricordano si è spenta. Allora Isabel decide di scrivere questo libro per sua figlia che, una volta guarita, potrà rileggere e conoscere nuovamente la storia della sua famiglia.  N on so come raggiungerti, ti chiamo ma non mi senti, perciò ti scrivo. L’idea di riempire queste pagine non è stata mia, sono diverse settimane che non prendo iniziat

Margot pensa... Al parco

Immagine
L’altalena cigola. Anzi, le catene dell’altalena cigolano.  Un ragazzo distende le lunghe gambe e con la schiena si spinge prima avanti e poi indietro. Ha un cappello in testa e dei jeans un po’ larghi.  Non fa che spingersi avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Poi, stanco, sta dritto con la schiena e comincia a spingersi con le gambe.  È finito il suo turno, adesso la bambina poco più avanti sta piagnucolando perché pure lei vorrebbe salire.  Lei ancora deve imparare, è la nonnina a spingerla. Ma non forte, solo ogni tanto le da una spinta sulla schiena.  Intanto l’altro bambino accanto ha una missione da superare. Lui vuole toccare il cielo con un dito.  Così si spinge più in alto, torna indietro ma solo per arrivare più in alto. E più in alto e più in alto ma niente...  Resta sempre lì.  E come glielo spieghi a quel bambino che siamo intrappolati qui?  Avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Passa davanti un signore.  Non troppo vecchio, 30 anni o giù di lì.  I vestiti consumat

Margot legge... Ogni volta che mi baci muore un nazista - Guido Catalano

Immagine
In questa raccolta ci sono poesie per tutte le occasioni: quelle da leggere da soli la sera, accoccolati sotto il piumone, e quelle da declamare a voce alta; quelle per fare colpo sulla persona che ti piace; quelle per chi sogna labbra lontane. Ci sono poesie per chi è stato mollato e per chi, più modestamente, aspetta soltanto di far bollire le verdure.  Ci sono fidanzate vecchie e nuove, sbronze sotto la luna, invasioni di zombie.  Ma anche tanta vita quotidiana: l'ispirazione che non arriva, i black-out estivi e un mondo di rondini, muratori e passanti ubriachi che si fa beffe del poeta al lavoro.  Di nazisti, invece, non ce n'è nemmeno uno: il tasso di baci presente in queste pagine non l'avrebbe consentito.  C'è chi dice che la poesia, ormai, appartenga ai morti. Eppure Catalano ha scritto ben nove romanzi ed è ancora vivo! Il suo ultimo libro è un romanzo uscito lo scorso febbraio"Tu che non sei romantica".  Guido è il poeta che ha infr

Margot pensa... a questo

Immagine
Pensavo a questo. Chi ha inventato la parola "Sorriso"? Utilizziamo questa parola ogni giorno, o almeno credo. E non sappiamo chi l'abbia inventata, chi sia il genitore, la madre o il padre, insomma la prima persona ad averla utilizzata. Ma come avrà fatto? Pensavo a questo. Da dove l'avrà trovata? Parole e parole che non conosciamo e di cui non conosciamo l'origine. Non c'avevo mai pensato. Sono pensieri che, se ti incastri, non ne esci più. Mentre il mondo fuori nemmeno se ne accorge. Nulla si muoveva, oltre la grande finestra dell'aula.  Solo, due palazzi più in là, vedevo una figura in camicia blu, camminare lungo il balcone, portando la sigaretta alla bocca. Sicuramente starà parlando al telefono, tra una boccata e l'altra. Ed era l'unico elemento che mi faceva capire che il tempo non si era bloccato. Le lancette non si erano dimenticate di andare avanti e le nuvole continuavano il loro magico movimento su se stesse e su

Margot scrive... Chi si ricorda del compleanno senza Facebook

Immagine
Ore 7.30 , Laura (nome di fantasia, ovviamente) si sveglia superfelice: è il giorno del suo compleanno. Quest'anno, però, ha deciso di fare una prova: ieri sera ha oscurato la sua data di nascita su Facebook, curiosa di scoprire  quanti ricorderanno la data senza il reminder. Ore 8:00 , ha già ricevuto gli  auguri dai suoi genitori e dal resto della sua famiglia . Entro l’ora di pranzo, quelli di un paio di amici dell'infanzia. Ma poi tutto si ferma. Mancano molte persone all’appello, perché? C osa succede?  Qualche anno fa il fenomeno è stato ampiamente analizzato.  Facebook  detiene il “ predominio ” degli auguri di compleanno. Sembrerebbe una cosa banale, ma riceverne a pioggia gratifica gli utenti.  In un’epoca in cui abbiamo perso quasi del tutto l’abitudine a telefonare, (e non ci ricordiamo nemmeno un numero a memoria)  “ Fai gli auguri ”  ci offre la certezza di non fare brutta figura e un posto dove lasciare il segno del nostro passaggio.  Ore 19:00 , Laur

Margot scrive... Il declino del "Lei"

Immagine
"Darsi sempre del tu è una finta familiarità che rischia di trasformarsi in insulto" - Umberto Eco La scomparsa del lei sembra essere un lutto esclusivamente per i nostalgici delle buone maniere, ma la motivazione va ricercata nella società di oggi... Se entri in un negozio per comprare dei semplicissimi jeans, automaticamente i commessi ti daranno del "Tu", giusto per entrare in confidenza. Se, invece, il cliente è un anziano signore dai capelli bianchi o un qualunque uomo in cravatta, una signora di una certa età o una donna che indossa una pelliccia, automaticamente agli occhi dei commessi sembra richiedere rispetto, ergo viene utilizzato il "Lei". Lo stesso avviene nel quotidiano, siamo davanti al dottore, al professore, al dipendente di turno e diamo del "Lei", saliamo sui mezzi pubblici o facciamo una passeggiata per strada, urtiamo qualcuno o diamo indicazioni stradali e, automaticamente, il nostro linguaggio ha un registro basso.