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Margot scrive... Quante volte l'iPhone ci distrae?

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Bastano 20 secondi per distrarci. Stiamo leggendo un libro, siamo riuscita a leggere ben 20 pagine di fila e... Stiamo guidando, la strada è vuota, nessuno in vista, e... Siamo in fila, in una sala d'attesa, aspettando il nostro turno e... Stiamo camminando per strada, riusciamo a vedere da lontano una persona e pur di non doverla salutare... Siamo sul treno o su qualsiasi altro mezzo di trasporto e... è inevitabile ritrovarsi con lo smartphone tra le mani e bastano davvero pochi secondi per farlo, il più delle volte inconsapevolmente, e lo controlliamo entro 15 minuti dal risveglio. La tecnologia ci permette di accedere a una quantità infinita di informazioni e possibilità di ricerca. Tuttavia, gli stessi dispositivi che ci aiutano a imparare possono anche distrarci dal nostro lavoro. Il modo migliore per evitare che il telefono diventi una distrazione è spegnerlo, solo allora ci si rende conto di quando sia diventato una dipendenza. L'unico rimedio è il buon sen

Margot legge... Cercami - André Aciman

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«Me la ricordo.» «Te la ricordi» gli ho fatto eco. Mi ha guardato e ha sorriso. Mi ha fatto piacere. Forse perché sapevo che mi stava prendendo in giro. Vent’anni sono ieri, e ieri è stamattina presto, e stamattina sembra lontana anni luce. «Sono come te» ha detto. «Mi ricordo tutto.» Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c’è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome. Dov'eravamo rimasti? Beh, ecco... Elio e Oliver. Che ne è stato del loro amore? Dopo "Chiamami col tuo nome", successo cinematografico, i nostri due innamorati fanno il loro ritorno sulle pagine con "Cercami", un libro per tutti coloro ch

Margot pensa... Il mio orologio è un'ora avanti

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Ed è il 2019. 27 ottobre. Il mondo mi avvisa che è scattata l'ora solare. E, in realtà, rischi di non saperlo proprio. Il telefono e il computer cambiano l'ora in automatico ma i classici orologi da comodino o appesi alla parete, hanno bisogno di una mano. Nell'ultimo anno ho preso l'abitudine di portare un orologio al polso. La cosa assurda è che quando ho bisogno di sapere l'ora guardo sempre lo schermo sul cellulare, e quando sono annoiata alzo il polso. " Se guardi l'orologio il tempo non passa. "  Mi sento dire. E l'ora solare è scattata ma non ho spostato le lancette. Per mesi, il mondo andava un'ora indietro rispetto al mio orologio. E sono stati mesi strani.  Mesi in cui è stato tutto così diverso, nuovo, da scoprire.  Sapere di avere sempre qualcosa da imparare, e ricordarsi di darsi un'ora in meno. Una fatica. Ma ci ridevo su, c'ho riso così tanto. E adesso, dal 29 marzo... L'ora legale ha rimess

Margot scrive... Baudelaire, il nostro è un mondo maledetto

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Charles Baudelaire . Non c’è bisogno di tante spiegazioni, basta solo il nome per ricordarci che stiamo parlando dell’autore de I fiori del male . È stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d'arte, giornalista, filosofo e traduttore francese.  Le sue opere hanno influenzato molti autori successivi a lui, come ad esempio i "poeti maledetti" come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud, e poi ancora gli scapigliati italiani, Proust e molti altri, fino ai giorni nostri. Les Fleurs du Mal , pubblicato a Parigi nel 1857, fu da subito un grande scandalo per quella bellezza, quel peccato irresistibile, il mal de vivre che rende la morte l’unica salvezza, quei temi che mai prima qualcuno aveva cercato di mettere su carta. La sua era una vita sregolata, fatta di passione e droghe, tutto pur di evadere dalla realtà. Le poesie dei poeti maledetti erano la miglior espressione del male, le angosce umane, la realtà dura della vita di quel secolo, cercando di mostrare ch

Margot legge... Paula - Isabelle Allende

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Lo scorso Natale mi è stato regalato il mio primo libro della scrittrice Isabelle Allende. Non sapevo a cosa sarei andata incontro, non sapevo quanto profondo potesse essere questo romanzo. Ascolta, Paula, ti voglio raccontare una storia, così quando ti sveglierai non ti sentirai tanto sperduta. Paula è la storia della figlia di Isabel Allende, una giovane ragazza di 28 anni che si ammala gravemente di porfiria, una malattia genetica tanto curabile quanto mortale se non diagnosticata in tempo.  E così, quando  su Paula   si manifestano  i sintomi è troppo tardi e la giovane entra in coma. La ragazza bella e  intelligente  che tutti ricordano si è spenta. Allora Isabel decide di scrivere questo libro per sua figlia che, una volta guarita, potrà rileggere e conoscere nuovamente la storia della sua famiglia.  N on so come raggiungerti, ti chiamo ma non mi senti, perciò ti scrivo. L’idea di riempire queste pagine non è stata mia, sono diverse settimane che non prendo iniziat

Margot pensa... Al parco

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L’altalena cigola. Anzi, le catene dell’altalena cigolano.  Un ragazzo distende le lunghe gambe e con la schiena si spinge prima avanti e poi indietro. Ha un cappello in testa e dei jeans un po’ larghi.  Non fa che spingersi avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Poi, stanco, sta dritto con la schiena e comincia a spingersi con le gambe.  È finito il suo turno, adesso la bambina poco più avanti sta piagnucolando perché pure lei vorrebbe salire.  Lei ancora deve imparare, è la nonnina a spingerla. Ma non forte, solo ogni tanto le da una spinta sulla schiena.  Intanto l’altro bambino accanto ha una missione da superare. Lui vuole toccare il cielo con un dito.  Così si spinge più in alto, torna indietro ma solo per arrivare più in alto. E più in alto e più in alto ma niente...  Resta sempre lì.  E come glielo spieghi a quel bambino che siamo intrappolati qui?  Avanti e indietro.  Avanti e indietro.  Passa davanti un signore.  Non troppo vecchio, 30 anni o giù di lì.  I vestiti consumat

Margot legge... Ogni volta che mi baci muore un nazista - Guido Catalano

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In questa raccolta ci sono poesie per tutte le occasioni: quelle da leggere da soli la sera, accoccolati sotto il piumone, e quelle da declamare a voce alta; quelle per fare colpo sulla persona che ti piace; quelle per chi sogna labbra lontane. Ci sono poesie per chi è stato mollato e per chi, più modestamente, aspetta soltanto di far bollire le verdure.  Ci sono fidanzate vecchie e nuove, sbronze sotto la luna, invasioni di zombie.  Ma anche tanta vita quotidiana: l'ispirazione che non arriva, i black-out estivi e un mondo di rondini, muratori e passanti ubriachi che si fa beffe del poeta al lavoro.  Di nazisti, invece, non ce n'è nemmeno uno: il tasso di baci presente in queste pagine non l'avrebbe consentito.  C'è chi dice che la poesia, ormai, appartenga ai morti. Eppure Catalano ha scritto ben nove romanzi ed è ancora vivo! Il suo ultimo libro è un romanzo uscito lo scorso febbraio"Tu che non sei romantica".  Guido è il poeta che ha infr