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Margot scrive... Workaholic - La malattia del 21° secolo

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La workaholism , anche detta work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Oates, per indicare il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, una di quelle malattie strane tipo la Social Addiction o lo Shopping Compulsivo.  Non è una di quelle dipendenze come l'uso di sostanze, non riguarda un appagamento istantaneo ma un insieme di attività che richiedono uno sforzo, per un lavoro o un servizio, per il quale si prevede una remunerazione. Molti, a seguito dell’accettazione di lavori sottopagati ed estenuanti, si drogano di lavoro pur di riuscire a sostentare (a malapena) le spese familiari. Una sorta di sacrificio di sé stessi che poi, per forza di cose, porta i workaholic a trasformare l’ambito lavorativo in unico punto di riferimento, annullando la vita sociale e familiare. Per loro il lavoro diventa l’habitat principale e ciò che sta fuori superfluo. In Italia la situazione dei Workaholic è degenerata dal 2011, dopo il Decreto Salva Italia di Monti e la succ

Margot pensa... In tempo

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Effetto del tavolino e del mago, ecco. Lo chiamerei così. È stato come se il mago avesse tirato via la tovaglia da sotto di me e tutti avessero sperato che io cadessi in piedi. Che avessi imparato, per una buona volta, a reagire. E invece no, ho rischiato di rompermi in mille pezzi un’altra volta. Chissà dove finiscono tutti quei discorsi che alla fine non abbiamo fatto, quei sorrisi che, pur di tenerti il muso, alla fine non facevo. Tutte le volte che un tuo difetto o un tuo muso lungo non mi infastidiva, anzi, mi rasserenava.   Ma soprattutto, chissà cosa ne sarà di me tra dieci anni, dove sarò e quante case ancora cambierò. Quanti scatoloni di cartone dovrò tenere in cantina o da qualche altra parte, e i libri che perderò nel frattempo. Se avrò mai un bel giardino e se farò il lavoro dei miei sogni o finirò per accontentarmi. In tutto, intendo. La storia del rospo in una pentola. Ecco a cosa mi fa pensare tutto questo. Se prendi un rospo, lo metti dentro una pentola con l’ acqu

Margot legge... L'amica geniale - Elena Ferrante

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Avete sicuramente sentito parlare di lei, in libreria è uscito proprio oggi il suo ultimo romanzo. Elena Ferrante, la scrittrice dalle milioni di copie vendute e dal volto sconosciuto. Prima di tuffarvi nella sua ultima uscita e nella seconda serie su Rai Uno, un bel ripasso sul suo primo libro è più che necessario. Lila è scomparsa, il figlio Rino non sa più dove cercarla e allora chiama Elena, l'amica d'infanzia, la quale gli suggerisce di cercare "tracce" di lei, in giro per casa. Non troverà nulla, né vestiti né oggetti. Lila è davvero scomparsa. Ma Elena non gliela darà vinta.  Comincia a scrivere di lei, perché in questo modo una traccia di lei resterà. Seguiremo Lila e Lenù sin da bambine, le vedremo giocare con le bambole, tra i banchi di scuola, giocare a diventare grandi. Sognare di diventare ricche e diventare scrittrici. Le vedremo crescere e, nella loro trasformazione, anche il rione nella periferia di Napoli si trasformerà, i loro comp

Margot scrive... Premio Nobel Letteratura 2019

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Jean Paul Sartre, nel 1964, rifiutò il Premio Nobel dichiarando che “lo scrittore deve rifiutarsi di lasciarsi trasformare in un’istituzione”. Ma un premio così importante può essere considerato come una forma di "inquadramento sociale"? Come se inserisse tutti gli scrittori in una casella, una categoria.In questo 2019, invece, di Premio Nobel ce ne sono ben due. Europei, una polacca e un austriaco. Olga Tokarczuk e Peter Handke, con "I vagabondi" (uno dei libri più discussi dell’anno) e con l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino" (uno dei film più noti di tutti i tempi).  Due titoli che magari non hai mai letto o che non avresti mai letto, e che dopo aver letto è come non aver vissuto per nient'altro che quelle parole. Sarà questo l'ingrediente segreto per vincere un Premio Nobel? "Quando scrivo sono presa da una sorta di follia e ossessione, a cui cerco di dare ordine proprio attraverso le parole" dice Olga Tok

Margot legge... Frankenstein - Mary Shelley

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Quella che tutti conosciamo come una delle prime storie d'orrore, in realtà al suo interno nasconde passioni intense (l'amore, l'odio, la disperazione, il desiderio di conoscenza e la vendetta). Il Dottor Frankenstein non desidera altro che raggiungere l'assoluta perfezione, farsi beffe di Dio dando vita a un essere inanimato. Ma la "cosa" non è altro che un mostro, un essere orrendo e ripugnante. Ciò che Mary Shelley intende sottolineare tra le pagine di questo libro, è che per quanto la creatura sia mostruosa, ha un animo buono e innocente, impara a sopravvivere da solo e a leggere e scrivere osservando una famiglia di francesi. Quando, però, si sente rifiutato dalla società perché resta pur sempre un mostro, ritorna dal creatore per chiedergli una compagna, per sfuggire alla solitudine. Mi avevi dotato di emozioni, di sensibilità e poi mi avevi scagliato nel mondo, oggetto di scherno e d'orrore per l'umanità. Eppure il Dottor Franke

Margot pensa... Non ho bisogno di nulla

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Ludovico. Il mio terzo compagno ed è finita. Ma come lo spiego a mia madre? Lei che ha avuto solo papà nella sua vita, lei che sono anni che cerca di sostenermi in ogni modo ma, in qualche modo, anche le basi più solide prima o poi cedono.  Dopo l'Università fallita perché che me ne frega di studiare, voglio lavorare e allora chiudiamoci in un negozio a fare la commessa che all'inizio mi piaceva pure. Adesso, a trent'anni, sicuramente non posso viverci ma non so fare altro. La casa, le bollette, lo shopping terapeutico che fa venire uno shock quando controlli quanto hai speso. E poi... I debiti della prima casa comprata col primo compagno, il cane Pong salvato col secondo compagno (che nemmeno piaceva ai miei, né il cane né il compagno), e adesso è finita anche con Ludovico. "Perché da quando sto con te spendo troppi soldi" E allora lo vedi che nella vita è sempre e solo una questioni di soldi? Averceli o non averceli. Ma come lo spiego a mi

Margot scrive... I libri dell'estate, la mia

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Premetto che la mia "estate" è iniziata ad aprile e quando gli altri dicevano "oh, questa estate sta finendo subito! Ieri era maggio e oggi è già settembre".  No, per me no.  Questa estate è stata la più lunga della mia vita ma soprattutto la più intensa in tema di libri.  Un po' per il blog e un po' per il tanto tempo che ho avuto a disposizione. Un po' perché non riuscirei a vivere senza un libro vicino, non più adesso. Ad ogni modo, in questa domenica voglio stilare una lista dei libri dell'estate, la mia, partendo dal 21 giugno fino al 23 settembre (domani). 1) Il mestiere di vivere. Letto sulla riva del lago di Como, sul treno, sulla metro, un po' ovunque. Pavese era diventato il mio fedele amico, un amuleto e compagno d'avventure. Stavo sul treno, disperata e curiosa. 2) Spider , un libro comprato per gioco. Non sapevo quale fosse il titolo, né la copertina. Uno di quei libri "a pacchetto chiuso"