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Margot legge... Orgoglio e pregiudizio - Jane Austen

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Orgoglio e pregiudizio è uno dei sei romanzi della scrittrice Jane Austen, potrebbe essere considerato un frivolo romanzetto rosa che tratta di temi comuni come l'amore e il matrimonio ma, come impariamo da questa stessa storia, molto spesso il pregiudizio e l’orgoglio ci traggono in inganno anche su un libro.  Il racconto è incentrato sulla vita della famiglia Bennet con le 5 figlie, diverse tra loro e diverse dai genitori. Tra queste figlie spicca la nostra protagonista Elisabeth, una ragazza molto intelligente, razionale, sensibile e premurosa ma solo nei confronti di chi lo merita. E, mentre Mrs Bennet viene descritta come una donna priva di delicatezza e eleganza, il cui unico obiettivo nella vita è far sposare una delle cinque figlie per salvaguardare la proprietà terriera, Mr Bennet è un brillante e rispettato gentiluomo con un spiccato lato ironico e un forte rapporto con la figlia Elisabeth.  La vita nella tenuta scorreva normalmente, finché a Netherfield arrivò u

Margot scrive... e se fosse sempre Natale?

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Trascorro il Natale fuori sede ormai da vari anni.  Parte della mia famiglia si è trasferita in un’altra città da tempo quindi, in occasione delle vacanze di Natale, ci riuniamo tutti al nord.  Non ricordo l'ultimo Natale vissuto in maniera felice e spensierata, come una bambina. So solo che il tempo ha gradualmente trasformato dicembre in un mese di malinconia e nostalgia, tanto da attendere con ansia la fine .  E non sono la sola.  Insomma, il grinch che c’è in noi fa capolino e ci ricorda che tutto questo fare festa in realtà non ci piace perché ci vede costretti a fare i bilanci dell’anno che sta per finire. È tempo di fare i conti con ciò che abbiamo fatto in dodici mesi, e a noi che dalla vita abbiamo sempre avuto tanto, forse anche troppo rispetto a chi ha poco e niente, ci sembra di non avere mai abbastanza , sempre insoddisfatti e inappagati. È più facile pensare a tutto ciò che non abbiamo.  Analizzare successi e fallimenti è scomodo, soprattutto se gli

Margot pensa... Un'altra candelina

Proprio oggi io, Serena, compio ben 23 anni. Io. Mi chiedo come è possibile e cosa ho fatto per tutto questo tempo. Provo sempre quest'ansia di vivere, come se non vivessi mai abbastanza e fossero troppe le cose da sapere, a questo mondo, e che ancora non so. Mi chiedo come è possibile che la gente passi dal non saper soffiare le candeline allo sperare di non aver un attacco d'asma dopo il soffio. Cosa c'è nel mezzo? Ho sempre vissuto un po' male il giorno del mio compleanno, a parte l'anno scorso. E questa è un'altra storia, magari un altro giorno ci scriverò un racconto. Perché faccio sempre così, nella mia vita. Penso sempre a come scriverei tutte le cose che mi accadono. Non faccio in tempo a vivere una cosa che già mi dico di non dimenticarla e di tenerla a mente per il prossimo racconto. Triste, per alcuni. Per me è la vita. Scrivere e leggere, e poi leggere sempre di più. Ma il punto è che oggi faccio 23 anni. Non mi va di tagliare una torta e di

Margot scrive... Workaholic - La malattia del 21° secolo

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La workaholism , anche detta work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Oates, per indicare il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, una di quelle malattie strane tipo la Social Addiction o lo Shopping Compulsivo.  Non è una di quelle dipendenze come l'uso di sostanze, non riguarda un appagamento istantaneo ma un insieme di attività che richiedono uno sforzo, per un lavoro o un servizio, per il quale si prevede una remunerazione. Molti, a seguito dell’accettazione di lavori sottopagati ed estenuanti, si drogano di lavoro pur di riuscire a sostentare (a malapena) le spese familiari. Una sorta di sacrificio di sé stessi che poi, per forza di cose, porta i workaholic a trasformare l’ambito lavorativo in unico punto di riferimento, annullando la vita sociale e familiare. Per loro il lavoro diventa l’habitat principale e ciò che sta fuori superfluo. In Italia la situazione dei Workaholic è degenerata dal 2011, dopo il Decreto Salva Italia di Monti e la succ

Margot pensa... In tempo

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Effetto del tavolino e del mago, ecco. Lo chiamerei così. È stato come se il mago avesse tirato via la tovaglia da sotto di me e tutti avessero sperato che io cadessi in piedi. Che avessi imparato, per una buona volta, a reagire. E invece no, ho rischiato di rompermi in mille pezzi un’altra volta. Chissà dove finiscono tutti quei discorsi che alla fine non abbiamo fatto, quei sorrisi che, pur di tenerti il muso, alla fine non facevo. Tutte le volte che un tuo difetto o un tuo muso lungo non mi infastidiva, anzi, mi rasserenava.   Ma soprattutto, chissà cosa ne sarà di me tra dieci anni, dove sarò e quante case ancora cambierò. Quanti scatoloni di cartone dovrò tenere in cantina o da qualche altra parte, e i libri che perderò nel frattempo. Se avrò mai un bel giardino e se farò il lavoro dei miei sogni o finirò per accontentarmi. In tutto, intendo. La storia del rospo in una pentola. Ecco a cosa mi fa pensare tutto questo. Se prendi un rospo, lo metti dentro una pentola con l’ acqu

Margot legge... L'amica geniale - Elena Ferrante

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Avete sicuramente sentito parlare di lei, in libreria è uscito proprio oggi il suo ultimo romanzo. Elena Ferrante, la scrittrice dalle milioni di copie vendute e dal volto sconosciuto. Prima di tuffarvi nella sua ultima uscita e nella seconda serie su Rai Uno, un bel ripasso sul suo primo libro è più che necessario. Lila è scomparsa, il figlio Rino non sa più dove cercarla e allora chiama Elena, l'amica d'infanzia, la quale gli suggerisce di cercare "tracce" di lei, in giro per casa. Non troverà nulla, né vestiti né oggetti. Lila è davvero scomparsa. Ma Elena non gliela darà vinta.  Comincia a scrivere di lei, perché in questo modo una traccia di lei resterà. Seguiremo Lila e Lenù sin da bambine, le vedremo giocare con le bambole, tra i banchi di scuola, giocare a diventare grandi. Sognare di diventare ricche e diventare scrittrici. Le vedremo crescere e, nella loro trasformazione, anche il rione nella periferia di Napoli si trasformerà, i loro comp

Margot scrive... Premio Nobel Letteratura 2019

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Jean Paul Sartre, nel 1964, rifiutò il Premio Nobel dichiarando che “lo scrittore deve rifiutarsi di lasciarsi trasformare in un’istituzione”. Ma un premio così importante può essere considerato come una forma di "inquadramento sociale"? Come se inserisse tutti gli scrittori in una casella, una categoria.In questo 2019, invece, di Premio Nobel ce ne sono ben due. Europei, una polacca e un austriaco. Olga Tokarczuk e Peter Handke, con "I vagabondi" (uno dei libri più discussi dell’anno) e con l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino" (uno dei film più noti di tutti i tempi).  Due titoli che magari non hai mai letto o che non avresti mai letto, e che dopo aver letto è come non aver vissuto per nient'altro che quelle parole. Sarà questo l'ingrediente segreto per vincere un Premio Nobel? "Quando scrivo sono presa da una sorta di follia e ossessione, a cui cerco di dare ordine proprio attraverso le parole" dice Olga Tok