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Margot scrive... Workaholic - La malattia del 21° secolo

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La workaholism , anche detta work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Oates, per indicare il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, una di quelle malattie strane tipo la Social Addiction o lo Shopping Compulsivo.  Non è una di quelle dipendenze come l'uso di sostanze, non riguarda un appagamento istantaneo ma un insieme di attività che richiedono uno sforzo, per un lavoro o un servizio, per il quale si prevede una remunerazione. Molti, a seguito dell’accettazione di lavori sottopagati ed estenuanti, si drogano di lavoro pur di riuscire a sostentare (a malapena) le spese familiari. Una sorta di sacrificio di sé stessi che poi, per forza di cose, porta i workaholic a trasformare l’ambito lavorativo in unico punto di riferimento, annullando la vita sociale e familiare. Per loro il lavoro diventa l’habitat principale e ciò che sta fuori superfluo. In Italia la situazione dei Workaholic è degenerata dal 2011, dopo il Decreto Salva Italia di Monti e la succ

Margot scrive... Premio Nobel Letteratura 2019

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Jean Paul Sartre, nel 1964, rifiutò il Premio Nobel dichiarando che “lo scrittore deve rifiutarsi di lasciarsi trasformare in un’istituzione”. Ma un premio così importante può essere considerato come una forma di "inquadramento sociale"? Come se inserisse tutti gli scrittori in una casella, una categoria.In questo 2019, invece, di Premio Nobel ce ne sono ben due. Europei, una polacca e un austriaco. Olga Tokarczuk e Peter Handke, con "I vagabondi" (uno dei libri più discussi dell’anno) e con l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino" (uno dei film più noti di tutti i tempi).  Due titoli che magari non hai mai letto o che non avresti mai letto, e che dopo aver letto è come non aver vissuto per nient'altro che quelle parole. Sarà questo l'ingrediente segreto per vincere un Premio Nobel? "Quando scrivo sono presa da una sorta di follia e ossessione, a cui cerco di dare ordine proprio attraverso le parole" dice Olga Tok

Margot scrive... I libri dell'estate, la mia

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Premetto che la mia "estate" è iniziata ad aprile e quando gli altri dicevano "oh, questa estate sta finendo subito! Ieri era maggio e oggi è già settembre".  No, per me no.  Questa estate è stata la più lunga della mia vita ma soprattutto la più intensa in tema di libri.  Un po' per il blog e un po' per il tanto tempo che ho avuto a disposizione. Un po' perché non riuscirei a vivere senza un libro vicino, non più adesso. Ad ogni modo, in questa domenica voglio stilare una lista dei libri dell'estate, la mia, partendo dal 21 giugno fino al 23 settembre (domani). 1) Il mestiere di vivere. Letto sulla riva del lago di Como, sul treno, sulla metro, un po' ovunque. Pavese era diventato il mio fedele amico, un amuleto e compagno d'avventure. Stavo sul treno, disperata e curiosa. 2) Spider , un libro comprato per gioco. Non sapevo quale fosse il titolo, né la copertina. Uno di quei libri "a pacchetto chiuso"

Margot scrive... Il ritorno di Elena Ferrante

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La scrittrice italiana Elena Ferrante, che con la sua amica geniale ha venduto ben oltre dieci milioni di copie del mondo in 40 paesi, ci regala un nuovo romanzo. Ancora top secret il titolo. L'unica cosa che sappiamo è un brano del volume... " Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell'appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto - gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole - è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, s

Margot scrive... Aspettando il Salone

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Se credevate che Il Salone Internazionale del Libro ci avrebbe tenuti liberi e sospesi fino a maggio 2020, vi sbagliavate di grosso. Jonathan Safran Foer, Salvatore Scibona, Valeria Luiselli, Daniel Saldaña París, David Nicholls, Bret Easton Ellis, Eshkol Nevo, Samanta Schweblin, Isabelle Allende, Leiji Matsumoto, Amitav Ghosh, André Aciman, David Grossman. Sono queste le prime voci di Aspettando il Salone, un ricco calendario di incontri pensato come preparazione al Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 14 al 18 maggio 2020. Sarà Jonathan Safran Foer ad aprire la stagione della Fondazione Circolo dei lettori e Aspettando il Salone, martedì 10 settembre, ore 18 all’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Giuseppe Verdi, 9), con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino. Possiamo salvare il mondo prima di cena (Guanda), riflessione su tutti quei gesti individuali che possono avere un impatto significativo sulla crisi del pianeta, è al centro del dia

Margot scrive... Dove scrivono gli scrittori

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Scrivere un libro... Può sembrare facile ma, anche quando si ha una storia in testa e si ha voglia di raccontarla, non c'è nulla di così complicato. Ci si siede sulla scrivania e le parole ci sfuggono, ci sembrano inadatte. Cancelliamo, strappiamo via tutto in brandelli. Poi, un bel giorno... ecco le parole che aspettavi! Stanno lì e sai che, se non comincerai a scrivere, quelle parole ti sfuggiranno. E allora corri ai ripari... ti armi di foglio e penna o computer, se ti è possibile. Altrimenti ogni pezzo di carta o superficie vale l'altro, proprio come ... Vladimir Nabokov scrisse Lolita su alcuni block-notes mentre viaggiava negli USA per collezionare farfalle. Truman Capote preferiva lavorare disteso: si narra che abbia scritto le prime bozze di ogni suo romanzo, racconto o articolo, sdraiato sul divano mentre beveva caffè, tè o cocktail. Tom Wolfe scriveva i suoi libri in piedi, sul frigorifero.  Quando Hemingway scriveva, annotava i suoi progressi quotidia

Margot scrive... I viaggiatori

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"I viaggiatori" è una scultura dell'artista Bruno Catalano, a Taranto, simboleggiante il vuoto che si crea quando lasci il tuo paese, la tua famiglia... per un'altra vita. E allora, un po', qualcosa la vorrei dire. Tra pochi giorni mi ritroverò anche io a trascinare una valigia, e non parlo di una due ruote carica di vestiti (libri, nel mio caso) ma parlo del carico di ricordi e affetti che in questi anni ho collezionato. Me ne andrò carica di sogni e speranze, sogni pronti ad andare in frantumi (forse) e speranze sempre più grandi. Me ne andrò. Perché è quello che ho sempre voluto fare. Perché a stare ferma, proprio non ci so stare. E allora sono pronta a vedere tutto quel mondo che ancora non conosco. Portandomi dentro il mare. E il mare di ricordi che mi hanno resa quella che sono.

Margot scrive... Che fine hanno fatto gli "spicci"

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Immaginala così. Il tuo portafoglio è vuoto, decidi di andare in banca per prelevare e il Bancomat dà solo pezzi da 20 euro. Vuoi prendere un caffè che, in media, costa tra 1 euro e 2 euro, e... il resto? Pagare un caffè con un pezzo da 20, costringendo la cassiera del bar a darti il resto in monetine, quando la suddetta cassiera, solo quella mattina, avrà incontrato centinaia di persone con un pezzo da 20 per pagare un caffè. E allora è proprio lì che ho pensato ... ma che fine hanno fatto gli spicci? Perché di fronte alla fatidica domanda “per caso, non è che ha moneta?” la gente reagisce in modo completamente disparato: Approccio alla "Yes-man" : il cliente si dimostra disponibile a collaborare e offre di sua spontanea iniziativa la moneta necessaria.  Approccio alla "Bradipo dopo la pennichella" : il più delle volte capita con quegli anziani che non distinguono una moneta da un bottone, e allora gettano tute le monetine sul bancone come per

Margot scrive... 5 letture leggere per l'estate

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Arrivato agosto, l'unica cosa di cui sentiamo il bisogno e di stare a galla, preferibilmente al mare, con in mano uno spritz o qualcosa di così alcolico da farci dimenticare che la vacanza non durerà per sempre e la scrivania è sempre lì ad aspettarci. Così Margot ha deciso di proporvi 5 libri da leggere, così leggeri da farvi dimenticare di essere sotto il sole cocente e rischiare un'ustione di terzo grado. 1) TRE VOLTE NOI - LAURA BARNET I protagonisti si conoscono per caso in una strada di Cambridge, e tra loro scatta immediata una scintilla destinata a durare per sempre. Una storia d’amore che vi farà piangere e, in fondo, che male c'è se siete già in un mare di acqua salata? 2) PERSONE NORMALI - SALLY ROONEY Un romanzo che cerco di leggere da tipo due mesi e ancora non ho avuto modo di farlo. Definito come un "manuale sentimentale per la nostra modernità", un ritratto psicologico e relazionale, una critica ad un sistema famigliare e sociale.

Margot scrive... I ragazzi di vita 2000

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C’è un bambino che fugge dalla Chiesa della Divina Provvidenza dopo la sua prima comunione, è Riccetto, la città sembra ancora una grande campagna: Roma bruciata dal sole. Inizia proprio così "Ragazzi di vita", il primo romanzo di Pier Paolo Pasolini, pubblicato nel 1955, che ebbe successo nonostante le numerose critiche e le censure. Un documento sulle condizioni del sottoproletariato, la vita nei quartieri malfamati, la speculazione edilizia e, non solo, il riflesso macabro della morte negli occhi ancora innocenti, ma non del tutto, di questi ragazzetti. Nei suoi otto capitoli, suddivide la storia in due tempi. Da una parte la storia di Riccetto e dei suoi compagni, innocenti bambini, è il tempo del sole e del Tevere. Dall’altra la storia degli stessi ragazzini, ma a diciassette anni: il tempo della periferia, dell’Aniene. E adesso abbiamo superato il 2000 da un pezzo, che ne è stato di quei ragazzi di vita?  Oggi, i nostri, che ragazzi sono? Io non lo so come s

Margot scrive... "Pronto, Camilleri sugnu"

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Lo scorso 17 luglio il grande scrittore Andrea Camilleri ci ha lasciati all'età di 93 anni. Così, a distanza di qualche giorno, ho deciso di dedicare questo "Margot scrive..." proprio a lui. Cammilleri è uno di quegli scrittori che ho odiato. L’ho odiato per i tanti libri che è riuscito a scrivere, una sorta di invidia da scrittrice, ecco. L’ho odiato perché non riusciva a odiare Montalbano, anzi, gli permetteva di continuare a vivere romanzo per romanzo. Anche meglio di Agatha Christie e il suo commissario Poirot, sicuramente più forte di Conan Doyle e il suo Sherlock. Lo odio perché adesso se n’è andato e non basteranno i suoi libri e le sue numerosissime parole che padroneggiava con così tanta affabilità.  In Ora dimmi di te , lettera alla bisnipotina Matilda edito d Bompiani 2018, scrisse «L’ultima cosa che ho imparato consiste nell’avere necessariamente un’idea, chiamala pure ideale, e a essa attenersi fermamente ma senza nessuna faziosità, ascoltando

Margot scrive... La recherche

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Si ama per un sorriso, per uno sguardo, per una spalla. Tanto basta. Allora, nelle lunghe ore di speranza o di tristezza, ci si fabbrica una persona, si compone un carattere. E quando, più tardi, si frequenta la persona amata, è impossibile ormai (per quanto crudele sia la realtà che ci vien messa innanzi) togliere quel carattere buono, quella natura di donna amorevole all'essere che ha quello sguardo o quella spalla, proprio come non possiamo, quando invecchia, togliere il suo primo volto a una persona che conosciamo fin dalla sua giovinezza. Lo scorso 10 luglio Marcel Proust ha compiuto ben 148 anni, lo scrittore da Guinness dei Primati. Alla ricerca del tempo perduto, infatti, è entrata nel Guinness come opera letterario più lunga al mondo, suddivisa in 7 volumi. Se siete intimoriti dalla mole di pagine (e in effetti la stima vuole che contenga 9.609.000 caratteri), la lunga citazione che abbiamo scelto vi sia di motivazione. Se questa estate vi sentite pronti, e vi piace a

Margot scrive... Dieci regole per scrivere di narrativa - Franzen

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1. Il lettore è un amico, non un avversario, non uno spettatore. 2. La narrativa che non rappresenti un'avventura personale dell'autore in un territorio spaventoso o sconosciuto non merita di essere scritta se non per soldi. 3. Mai usare poi  come congiunzione - a quello scopo abbiamo la e. Sostituire e con  poi  è la non soluzione dello scrittore pigro o privo di orecchio al problema delle troppe e sulla pagina. 4. Scrivere in terza persona, a meno che una voce in prima persona davvero speciale non vi si offra in modo irresistibile. 5. Le affermazioni, insieme alle corpose ricerche per la stesura di un romanzo, si svalutano quando diventano gratuite e universalmente accessibili. 6. La narrativa più puramente autobiografica richiede pura invenzione. Nessuno ha mai scritto una storia più autobiografica della Metamorfosi. 7. Si vede di più rimanendo fermi che inseguendo qualcosa. 8. Difficilmente chi è connesso a internet scriverà qualcosa di buono. 9. Spesso i verbi in

Margot scrive... Italo Calvino: "Amo..."

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«Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca. Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà. Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza. Amo Stevenson perché pare che voli. Amo Cechov perché non va più in là di dove va. Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.  Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.  Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo. Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista. Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui. Amo Poe dello Scarabeo d’oro. Amo Twain di Huckleberry Finn. Amo Kipling dei Libri della Giungla. Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima. Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia. Amo Gogol perch

Margot scrive... Mettete gli occhiali da sole!

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“Se dovessi darvi un solo consiglio per il vostro futuro, allora vi direi: mettete gli occhiali da sole! Perché i benefici dell’impiego a lungo termine degli occhiali da sole sono stati provati scientificamente, mentre tutti gli altri consigli che ho da darvi sono basati, nulla più, sulla mia vagolante esperienza.  Comunque eccoli. Godetevi la bellezza e la forza della vostra giovinezza. Fregatevene del resto. Non capirete quella bellezza e quella forza se non quando se ne saranno andate. Ma credetemi quando, fra vent’anni, guarderete le vostre vecchie foto, allora vi ricorderete, in un modo che adesso non potete nemmeno immaginare, quante possibilità c’erano dietro a voi e che fantastico aspetto avevate. Perché, sapete, non siete grassi come credete! Non preoccupatevi del futuro. Oppure, preoccupatevene, ma sapendo che tanto è un gesto inutile. Non vi aiuterà più di quanto masticare un chewing gum vi possa aiutare a risolvere un problema di algebra. I veri problemi della vita ten

Margot scrive... Charles Dickens

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Le sorprese, come le sfortune, raramente vengono da sole. Charles Dickens, la penna più importante dell'Inghilterra (dopo Shakespeare) morì proprio il 9 giugno 1870. Cresciuto a Camden Town, a 12 anni dovette cominciare a lavorare in una fabbrica di lucido per scarpe, ma l'esperienza fu da spunto per i suoi romanzi in cui descrive l’Inghilterra del 19esimo secolo, denunciandone la miseria e l’ingiustizia. Qualche anno più tardi andò a lavorare in un ufficio legale, dove imparò a stenografare da autodidatta e diventò un giornalista, collaborando con diversi giornali e riviste. I suoi romanzi venivano pubblicati nei giornali in forma seriale. Se vi stavate chiedendo perché Grandi speranze fosse così voluminoso, o perché il povero Oliver Twist ne dovette passare così tante, ecco il perché. E questi sono solo due dei romanzi più importanti. Sicuramente ricorderete Il canto di Natale che ogni anno, nel periodo natalizio, trasmettono in tv. E a proposito di quest

Margot scrive... Festa della Repubblica Italiana

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La Repubblica Italiana è giunta al suo 73esimo anniversario e, come da tradizione assisteremo alla Parata militare con esibizione delle Frecce Tricolore, come da tradizione si starà in famiglia durante il pranzo in montagna o al mare, i più giovani andranno al mare spensierati perché la scuola sta finendo e l'estate sta arrivando. A pensarci bene, però, questo è uno di quei giorni in cui viene da chiedersi se ci sentiamo davvero italiani... Siamo italiano quando chiudiamo i porti? Siamo italiani quando la televisione annuncia l'ennesimo omicidio mafioso? Siamo italiani quando "Ma a questo chi lo ha votato?", detto ad ogni elezione? Il 2 giugno del '46 siamo stati chiamati a scegliere tra la repubblica e la monarchia, un referendum che ha cambiato talmente tanto l'Italia da ritrovarci ancora con le svastiche sui muri e i cori fascisti per le strade. La storia si ripete, ma la storia siamo noi a farla, e allora torniamo pure alle nostre vite.

Margot scrive... Leaves of grass - Walt Whitman

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Leaves of grass è il nome della raccolta di poesie più importante della tradizione americana. E proprio il prossimo 31 Maggio ricorre il 200esimo compleanno del suo scrittore Walt Withman. Le sue poesie ispirarono tutta la tradizione letteraria del Novecento e non solo, la frase "Oh capitano, mio capitano!" del film  L'attimo fuggente (1989) deriva proprio da una delle poesie più belle e profonde di Walt scritta dopo la morte del presidente americano Abraham Lincoln. La raccolta fu pubblicata nel 1855, in occasione del giorno dell'Indipendenza, e seguiranno ben otto edizioni, ognuna diversa dall'altra. In ognuna vengono aggiunte nuove liriche, modificate le liriche già pubblicate, si assegnano o si variano i titoli, si procede a raccoglierle sotto diversi sottotitoli. Alla prima edizione del 1855, fa seguito, un anno dopo, una seconda edizione, con ventinove nuove poesie. Tutte le poesie in essa contenute recano ora titoli. Ma la terza edizione, com

Margot legge...

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Margot legge… Non importa dove sia, qualunque posto va bene per leggere. Il mare, il parco, una piazza, una scalinata che nessuno conosce oppure la sua camera da letto.  Margot legge… Non sa nemmeno perché lo fa. Sa solo che senza quei libri il mondo sarebbe in bianco e nero. Quei libri hanno lo stesso effetto di David su Pleasentville. Margot legge… Perché se c’è un amore senza inerzie e senza spigoli, ecco, è il suo amore per i libri. Margot legge… E quello che legge la fa sentire sempre meglio. In un modo o nell’altro. C’è sempre un personaggio da cui impara qualcosa, c’è sempre uno scrittore che la capisce più di chiunque altro.  Margot legge… E ciò che legge sta qui, in questo blog. I libri, tutti i libri, vanno sempre la pena di essere letti. Sono persone che non possono essere giudicate dalla copertina o dal giudizio di turno, vanno vissuti per un giorno o una settimana. Sono viaggi non rimborsabili che ti restano addosso.  E, allora, Margot legge…