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Margot pensa... Un'altra candelina

Proprio oggi io, Serena, compio ben 23 anni. Io. Mi chiedo come è possibile e cosa ho fatto per tutto questo tempo. Provo sempre quest'ansia di vivere, come se non vivessi mai abbastanza e fossero troppe le cose da sapere, a questo mondo, e che ancora non so. Mi chiedo come è possibile che la gente passi dal non saper soffiare le candeline allo sperare di non aver un attacco d'asma dopo il soffio. Cosa c'è nel mezzo? Ho sempre vissuto un po' male il giorno del mio compleanno, a parte l'anno scorso. E questa è un'altra storia, magari un altro giorno ci scriverò un racconto. Perché faccio sempre così, nella mia vita. Penso sempre a come scriverei tutte le cose che mi accadono. Non faccio in tempo a vivere una cosa che già mi dico di non dimenticarla e di tenerla a mente per il prossimo racconto. Triste, per alcuni. Per me è la vita. Scrivere e leggere, e poi leggere sempre di più. Ma il punto è che oggi faccio 23 anni. Non mi va di tagliare una torta e di

Margot scrive... Workaholic - La malattia del 21° secolo

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La workaholism , anche detta work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Oates, per indicare il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, una di quelle malattie strane tipo la Social Addiction o lo Shopping Compulsivo.  Non è una di quelle dipendenze come l'uso di sostanze, non riguarda un appagamento istantaneo ma un insieme di attività che richiedono uno sforzo, per un lavoro o un servizio, per il quale si prevede una remunerazione. Molti, a seguito dell’accettazione di lavori sottopagati ed estenuanti, si drogano di lavoro pur di riuscire a sostentare (a malapena) le spese familiari. Una sorta di sacrificio di sé stessi che poi, per forza di cose, porta i workaholic a trasformare l’ambito lavorativo in unico punto di riferimento, annullando la vita sociale e familiare. Per loro il lavoro diventa l’habitat principale e ciò che sta fuori superfluo. In Italia la situazione dei Workaholic è degenerata dal 2011, dopo il Decreto Salva Italia di Monti e la succ

Margot pensa... In tempo

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Effetto del tavolino e del mago, ecco. Lo chiamerei così. È stato come se il mago avesse tirato via la tovaglia da sotto di me e tutti avessero sperato che io cadessi in piedi. Che avessi imparato, per una buona volta, a reagire. E invece no, ho rischiato di rompermi in mille pezzi un’altra volta. Chissà dove finiscono tutti quei discorsi che alla fine non abbiamo fatto, quei sorrisi che, pur di tenerti il muso, alla fine non facevo. Tutte le volte che un tuo difetto o un tuo muso lungo non mi infastidiva, anzi, mi rasserenava.   Ma soprattutto, chissà cosa ne sarà di me tra dieci anni, dove sarò e quante case ancora cambierò. Quanti scatoloni di cartone dovrò tenere in cantina o da qualche altra parte, e i libri che perderò nel frattempo. Se avrò mai un bel giardino e se farò il lavoro dei miei sogni o finirò per accontentarmi. In tutto, intendo. La storia del rospo in una pentola. Ecco a cosa mi fa pensare tutto questo. Se prendi un rospo, lo metti dentro una pentola con l’ acqu

Margot legge... L'amica geniale - Elena Ferrante

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Avete sicuramente sentito parlare di lei, in libreria è uscito proprio oggi il suo ultimo romanzo. Elena Ferrante, la scrittrice dalle milioni di copie vendute e dal volto sconosciuto. Prima di tuffarvi nella sua ultima uscita e nella seconda serie su Rai Uno, un bel ripasso sul suo primo libro è più che necessario. Lila è scomparsa, il figlio Rino non sa più dove cercarla e allora chiama Elena, l'amica d'infanzia, la quale gli suggerisce di cercare "tracce" di lei, in giro per casa. Non troverà nulla, né vestiti né oggetti. Lila è davvero scomparsa. Ma Elena non gliela darà vinta.  Comincia a scrivere di lei, perché in questo modo una traccia di lei resterà. Seguiremo Lila e Lenù sin da bambine, le vedremo giocare con le bambole, tra i banchi di scuola, giocare a diventare grandi. Sognare di diventare ricche e diventare scrittrici. Le vedremo crescere e, nella loro trasformazione, anche il rione nella periferia di Napoli si trasformerà, i loro comp

Margot scrive... Premio Nobel Letteratura 2019

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Jean Paul Sartre, nel 1964, rifiutò il Premio Nobel dichiarando che “lo scrittore deve rifiutarsi di lasciarsi trasformare in un’istituzione”. Ma un premio così importante può essere considerato come una forma di "inquadramento sociale"? Come se inserisse tutti gli scrittori in una casella, una categoria.In questo 2019, invece, di Premio Nobel ce ne sono ben due. Europei, una polacca e un austriaco. Olga Tokarczuk e Peter Handke, con "I vagabondi" (uno dei libri più discussi dell’anno) e con l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino" (uno dei film più noti di tutti i tempi).  Due titoli che magari non hai mai letto o che non avresti mai letto, e che dopo aver letto è come non aver vissuto per nient'altro che quelle parole. Sarà questo l'ingrediente segreto per vincere un Premio Nobel? "Quando scrivo sono presa da una sorta di follia e ossessione, a cui cerco di dare ordine proprio attraverso le parole" dice Olga Tok

Margot legge... Frankenstein - Mary Shelley

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Quella che tutti conosciamo come una delle prime storie d'orrore, in realtà al suo interno nasconde passioni intense (l'amore, l'odio, la disperazione, il desiderio di conoscenza e la vendetta). Il Dottor Frankenstein non desidera altro che raggiungere l'assoluta perfezione, farsi beffe di Dio dando vita a un essere inanimato. Ma la "cosa" non è altro che un mostro, un essere orrendo e ripugnante. Ciò che Mary Shelley intende sottolineare tra le pagine di questo libro, è che per quanto la creatura sia mostruosa, ha un animo buono e innocente, impara a sopravvivere da solo e a leggere e scrivere osservando una famiglia di francesi. Quando, però, si sente rifiutato dalla società perché resta pur sempre un mostro, ritorna dal creatore per chiedergli una compagna, per sfuggire alla solitudine. Mi avevi dotato di emozioni, di sensibilità e poi mi avevi scagliato nel mondo, oggetto di scherno e d'orrore per l'umanità. Eppure il Dottor Franke

Margot pensa... Non ho bisogno di nulla

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Ludovico. Il mio terzo compagno ed è finita. Ma come lo spiego a mia madre? Lei che ha avuto solo papà nella sua vita, lei che sono anni che cerca di sostenermi in ogni modo ma, in qualche modo, anche le basi più solide prima o poi cedono.  Dopo l'Università fallita perché che me ne frega di studiare, voglio lavorare e allora chiudiamoci in un negozio a fare la commessa che all'inizio mi piaceva pure. Adesso, a trent'anni, sicuramente non posso viverci ma non so fare altro. La casa, le bollette, lo shopping terapeutico che fa venire uno shock quando controlli quanto hai speso. E poi... I debiti della prima casa comprata col primo compagno, il cane Pong salvato col secondo compagno (che nemmeno piaceva ai miei, né il cane né il compagno), e adesso è finita anche con Ludovico. "Perché da quando sto con te spendo troppi soldi" E allora lo vedi che nella vita è sempre e solo una questioni di soldi? Averceli o non averceli. Ma come lo spiego a mi

Margot scrive... I libri dell'estate, la mia

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Premetto che la mia "estate" è iniziata ad aprile e quando gli altri dicevano "oh, questa estate sta finendo subito! Ieri era maggio e oggi è già settembre".  No, per me no.  Questa estate è stata la più lunga della mia vita ma soprattutto la più intensa in tema di libri.  Un po' per il blog e un po' per il tanto tempo che ho avuto a disposizione. Un po' perché non riuscirei a vivere senza un libro vicino, non più adesso. Ad ogni modo, in questa domenica voglio stilare una lista dei libri dell'estate, la mia, partendo dal 21 giugno fino al 23 settembre (domani). 1) Il mestiere di vivere. Letto sulla riva del lago di Como, sul treno, sulla metro, un po' ovunque. Pavese era diventato il mio fedele amico, un amuleto e compagno d'avventure. Stavo sul treno, disperata e curiosa. 2) Spider , un libro comprato per gioco. Non sapevo quale fosse il titolo, né la copertina. Uno di quei libri "a pacchetto chiuso"

Margot scrive... Il ritorno di Elena Ferrante

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La scrittrice italiana Elena Ferrante, che con la sua amica geniale ha venduto ben oltre dieci milioni di copie del mondo in 40 paesi, ci regala un nuovo romanzo. Ancora top secret il titolo. L'unica cosa che sappiamo è un brano del volume... " Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell'appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto - gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole - è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, s

Margot legge... Inseparabili - Alessandro Piperno

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Dopo Persecuzione, i fratelli Pontecorvo continuano a far parlare di sé in "Inseparabili". Inseparabili proprio come i pappagalli... Vivono tutta la vita assieme. Uno appiccicato all'altro. Poi, quando uno dei due muore, muore anche l'altro. Semi e Filippo sono i fratelli Pontecorvo, i due protagonisti di questo romanzo che è un viaggio tra presente e passato, un viaggio di continui scheletri nell'armadio. Semi, dopo un bagaglio di studi Bocconiano, ha un invidiabile lavoro all'estero, fatto di continui viaggi. Strapagato ma sempre al verde.  Filippo, invece, dopo un tentato percorso di studi in medicina, l'esperienza tra i medici senza frontiere, un matrimonio con un'attrice, finisce per diventare un celebrato disegnatore troppo modesto che quasi per sbaglio diventa una star con un film antimilitarista.  Entrambi tradiscono le proprie compagne ed entrambi rischiano di perdere tutto. Proprio come i pappagalli, condividono lo stesso des

Margot pensa... C'era un vecchio su un autobus

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C'era un vecchio su un autobus, seduto in fondo, da solo. Portava sempre con sé una valigia e un ombrello. Da quelle parti non pioveva tanto spesso, diceva di portalo con sé per scaramanzia, sosteneva che faceva caldo soltanto perché lui quell'ombrello non lo aveva lasciato a casa. Chissà se poi una casa ce l'avesse davvero ... Forse la sua casa era tutta in quella valigia. Sempre in viaggio ma mai per davvero. Era pronto a partire e si fermava alla stazione. Ma quel treno non lo prendeva mai. " L'ho perso! " gridava un giorno " l'ho perso! " e quel giorno pioveva, pioveva a dirotto e tutti pensavano parlasse del treno " l'ho perso e avevo ragione! ". Tutti lo credevano pazzo, la verità è che bastava guardarlo un po’ più attentamente per capire che aveva perso soltanto l'ombrello, che lui in quella valigia ci teneva soltanto i sogni che non aveva realizzato. Portava dentro due biglietti di un treno partito da un pezzo: un

Margot scrive... Aspettando il Salone

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Se credevate che Il Salone Internazionale del Libro ci avrebbe tenuti liberi e sospesi fino a maggio 2020, vi sbagliavate di grosso. Jonathan Safran Foer, Salvatore Scibona, Valeria Luiselli, Daniel Saldaña París, David Nicholls, Bret Easton Ellis, Eshkol Nevo, Samanta Schweblin, Isabelle Allende, Leiji Matsumoto, Amitav Ghosh, André Aciman, David Grossman. Sono queste le prime voci di Aspettando il Salone, un ricco calendario di incontri pensato come preparazione al Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 14 al 18 maggio 2020. Sarà Jonathan Safran Foer ad aprire la stagione della Fondazione Circolo dei lettori e Aspettando il Salone, martedì 10 settembre, ore 18 all’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Giuseppe Verdi, 9), con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino. Possiamo salvare il mondo prima di cena (Guanda), riflessione su tutti quei gesti individuali che possono avere un impatto significativo sulla crisi del pianeta, è al centro del dia

Margot legge... Un karma pesante - Daria Bignardi

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Eugenia è una donna sulla quarantina, una donna-uragano realizzata a cui non basta nulla. Una da "o tutto o niente", ma i continui attacchi d'ansia causati da un’evidente stato di esaurimento nervoso la costringono al niente. Si ritrova costretta a fermarsi e lasciarsi andare ai continui flash back di una vita vissuta fino all'ultimo secondo, tra dolori ma soprattutto gioie e soddisfazioni. Da una ragazza sbandata, cresciuta tra Verona, Londra, New York e Milano, è diventata una regista famosa, è sposata con Pietro e hanno due figlie. Sarà la morte prematura del padre, sarà la lettura de "Il demone meschino" di Sologub a soli tredici anni, o la relazione a base di droga con il Conte, che Eugenia decide di prendere la vita di petto e fa di tutto per viverla lontano da Verona. Sarà che Eugenia ha inevitabilmente un karma molto pesante... A volte pensi che per cominciare a vivere davvero devi prima capire chi sei, fare le scelte giuste, mettere

Margot scrive... Dove scrivono gli scrittori

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Scrivere un libro... Può sembrare facile ma, anche quando si ha una storia in testa e si ha voglia di raccontarla, non c'è nulla di così complicato. Ci si siede sulla scrivania e le parole ci sfuggono, ci sembrano inadatte. Cancelliamo, strappiamo via tutto in brandelli. Poi, un bel giorno... ecco le parole che aspettavi! Stanno lì e sai che, se non comincerai a scrivere, quelle parole ti sfuggiranno. E allora corri ai ripari... ti armi di foglio e penna o computer, se ti è possibile. Altrimenti ogni pezzo di carta o superficie vale l'altro, proprio come ... Vladimir Nabokov scrisse Lolita su alcuni block-notes mentre viaggiava negli USA per collezionare farfalle. Truman Capote preferiva lavorare disteso: si narra che abbia scritto le prime bozze di ogni suo romanzo, racconto o articolo, sdraiato sul divano mentre beveva caffè, tè o cocktail. Tom Wolfe scriveva i suoi libri in piedi, sul frigorifero.  Quando Hemingway scriveva, annotava i suoi progressi quotidia

Margot legge... La Signora Dalloway - Virginia Woolf

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Era incredibile che ci fosse la morte! – che deve finire; che nessuno al mondo saprà quanto lei avesse amato ogni cosa; quanto, ogni momento. Nel costruire questo romanzo, Virginia Woolf sceglie due personaggi molto diversi fra loro. Da un lato abbiamo Clarissa Dalloway, una donna di 52 anni, invecchiata ma non ancora vecchia, che avverte l'inesorabile scorrere del tempo, scandito dai rintocchi del Big Ben. Dall'altro Semptimus Warren Smith, reduce di guerra, sposato con Lucrezia. Le sue pulsioni vitali sono spente, nessuna emozione lo sfiora più. In una giornata di giugno del 1923 Clarissa Dalloway, moglie di Richard Dalloway, un deputato conservatore, è intenta a organizzare una festa con invitati illustri. Ma in un solo giorno la signora Dalloway vedrà intrecciarsi alla sua vita, la vita di chi le sta intorno. Primo fra tutti un amico di vecchia data, Peter, che aveva giurato di amarla, di ritorno dall'India, riaprendo una ferita del passato. Cer

Margot scrive... I viaggiatori

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"I viaggiatori" è una scultura dell'artista Bruno Catalano, a Taranto, simboleggiante il vuoto che si crea quando lasci il tuo paese, la tua famiglia... per un'altra vita. E allora, un po', qualcosa la vorrei dire. Tra pochi giorni mi ritroverò anche io a trascinare una valigia, e non parlo di una due ruote carica di vestiti (libri, nel mio caso) ma parlo del carico di ricordi e affetti che in questi anni ho collezionato. Me ne andrò carica di sogni e speranze, sogni pronti ad andare in frantumi (forse) e speranze sempre più grandi. Me ne andrò. Perché è quello che ho sempre voluto fare. Perché a stare ferma, proprio non ci so stare. E allora sono pronta a vedere tutto quel mondo che ancora non conosco. Portandomi dentro il mare. E il mare di ricordi che mi hanno resa quella che sono.

Margot scrive... Che fine hanno fatto gli "spicci"

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Immaginala così. Il tuo portafoglio è vuoto, decidi di andare in banca per prelevare e il Bancomat dà solo pezzi da 20 euro. Vuoi prendere un caffè che, in media, costa tra 1 euro e 2 euro, e... il resto? Pagare un caffè con un pezzo da 20, costringendo la cassiera del bar a darti il resto in monetine, quando la suddetta cassiera, solo quella mattina, avrà incontrato centinaia di persone con un pezzo da 20 per pagare un caffè. E allora è proprio lì che ho pensato ... ma che fine hanno fatto gli spicci? Perché di fronte alla fatidica domanda “per caso, non è che ha moneta?” la gente reagisce in modo completamente disparato: Approccio alla "Yes-man" : il cliente si dimostra disponibile a collaborare e offre di sua spontanea iniziativa la moneta necessaria.  Approccio alla "Bradipo dopo la pennichella" : il più delle volte capita con quegli anziani che non distinguono una moneta da un bottone, e allora gettano tute le monetine sul bancone come per

Margot legge... Grandi speranze - Charles Dickens

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Ho l'incarico di comunicargli che entrerà in possesso di un patrimonio sostanzioso. Inoltre, che è desiderio dell'attuale possessore di detto patrimonio che egli venga immediatamente allontanato dall'ambiente in cui vive attualmente e da questo luogo, e venga educato come un gentiluomo ... in una parola, come un giovane di grandi speranze. E allora Pip, che del mondo conosceva una fangosa palude, ha l'immensa fortuna di vivere a Londra a spese di ... non si sa chi, e Pip non dovrà mai chiedere la su identità, sarà lui a farsi vivo a tempo debito. Orfano di genitori, Pip è cresciuto con la sorella, una matrigna cattiva che non ha nulla da invidiare Grimilde, e il marito, il suo grande amico Joe più buono di un cucciolo di foca. A differenza di Oliver Twist ci troviamo però di fronte a un protagonista sicuramente più fortunato perché diventa il possessore di una grossa cifra di denaro, con l'unico obbligo, nella vita, di diventare un gentiluomo. uno di quei cla

Margot pensa... Sulla sua strada

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-Mi fai entrare?- disse lei dal pianerottolo. Lui aprì la porta e guardò ovunque evitando di guardarla negli occhi, mentre lei cercava (o sperava) in ogni modo di incrociare il suo sguardo. Sapeva che era impossibile, perché quando tutto finisce è difficile guardarsi negli occhi, si sa che facendolo tutto il passato tornerà come un brutto flash-back. E lui non voleva più rivedere quel film. Lei, invece, dal canto suo, quel film lo aveva causato con le sue mani e tutto quello che poteva sperare era una seconda stagione da inventare, dando un nuovo finale ai due protagonisti. Lei voleva ancora lottare per lui. Ma una persona sola non può lottare per due. Sapeva che insistere su qualcosa che era finito … non si poteva. E allora si chiedeva continuamente cosa fosse giusto fare!  Lui sapeva benissimo cosa si doveva fare. Si sentiva lui la causa di tutto. Ma non parlava. Non diceva niente anche lì, su quella porta. -Mi fai entrare?- riprese lei. Lui si spostò, in modo da farla entrare

Margot legge... Il gioco dell'angelo - Carlos Ruiz Zafon

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Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo. Ed è proprio del prezzo di uno scrittore che parla “Il gioco dell’angelo”, romanzo di Carlos Ruiz Zafon, appartenente alla tetralogia de “Il Cimitero dei Libri Dimenticati”. La storia è ambientata nella cupa Barcellona degli anni Venti, quando David Martin, il nostro protagonista, riesce a pubblicare un racconto per il giornale “La Voz de la Industria” e, g